RASSEGNA STAMPA

Milan-Bruges, la serata di Reijnders. Leao e Camarda, gli umori opposti

Francesco Aliperta Redattore 

'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola ha dedicato un approfondimento a Francesco Camarda, classe 2008, che ieri, entrando al 75' di Milan-Bruges in sostituzione di Álvaro Morata, ha centrato un duplice record. L'ennesimo della sua fin qui ancora verdissima carriera.

Camarda, infatti, con 16 anni, 7 mesi e 12 giorni, è diventato il più giovane italiano di sempre a giocare in Champions League. Battuto il precedente record, che apparteneva a Moise Kean (Juventus, con 16 anni, 8 mesi e 25 giorni). Ma non solo. È anche, da ieri sera, il più giovane giocatore del Milan di sempre ad aver calcato il palcoscenico in Champions. Il primato era di Bryan Cristante (16 anni, 9 mesi e 3 giorni).

Una serata magnifica, già di per sé, per l'attaccante rossonero. Una notte che, però, è stata sul punto di diventare eterna. Perché, al'88', svettando sul cross di Tijjani Reijnders, Camarda, di testa, aveva battuto Simon Mignolet per il quarto gol del Milan contro il Bruges.

Peccato che l'arbitro tedesco Felix Zwayer, su segnalazione del suo primo assistente Robert Kempter e dopo la conferma con il 'silent check' del V.A.R.ha cancellato il gol per fuorigioco. Giustamente. Infatti, nel momento del traversone, Camarda si trovava oltre l'ultimo difensore ospite, Joel Ordóñez.

Nel caso in cui il gol fosse stato convalidato, Camarda avrebbe centrato anche il terzo record, quello del marcatore più giovane di sempre in Champions League. Un primato che Ansu Fati (Barcellona) detiene dal 10 dicembre 2019, con un gol realizzato, sempre a 'San Siro', ma contro l'Inter (a 17 anni e 40 giorni).

A Camarda non mancherà occasione per rifarsi. Quello che è stato bello vedere, ad ogni modo, nonostante la rete cancellata? La gioia dei tifosi del Milan, l'esultanza smisurata (con tanto di ammonizione per essersi tolto la maglia) di Camarda, i compagni di squadra che lo hanno portato in trionfo. Le lacrime di mamma Federica in tribuna. E lui, a fine gara, distrutto e sconsolato.

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