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Mattia Caldara, difensore del Milan (credits: acmilan.com)
ULTIME MILAN - Mattia Caldara è certamente tra i candidati alla Palma di più sfortunato della stagione del campionato di Serie A che si è appena concluso. Il difensore rossonero arrivato lo scorso anno nell'ambito della trattativa Higuain-Bonucci, non ha potuto rendere secondo le aspettative a causa di due infortuni molto seri che ne hanno compromesso l'annata. Prima una brutta lesione al polpaccio che lo ha tenuto fuori più di due mesi, poi la rottura del legamento crociato che lo ha obbligato all'operazione il 3 maggio a Villa Steuart. E' proprio dalla clinica di Roma, che Mattia ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta.
Sulla sua condizione attuale: "Sto sempre meglio. Sono qui da un mese e mezzo e ho cominciato a fare corsette, conduzioni ed esercizi di stabilità. Dormo in un hotel qua vicino. Mi sveglio alle 8 e faccio fisioterapia dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30, alternando piscina, campo e palestra. Tra pochi giorni avrò un controllo, poi farò una piccola vacanza a Mykonos prima di tornare a Milanello".
Sul dolore al ginocchio: "Fino a qualche giorno fa avevo ancora fastidio, ora cerco di godermi Roma. Sono stato anche all'udienza del Papa e la carbonara mette a rischio il primato della pizza nei miei gusti. La cosa importante è rispettare il programma e per ora è andato tutto bene. Le prime due settimane dopo l'operazione sono state le più difficili, ma il peggio è passato. Altri due o tre mesi e ricomincio da dove ho lasciato. Rientro? Ho una data, ma la tengo per me".
Sulla stagione "buttata": "Mi è servita molto a capire me stesso e i miei difetti caratteriali. Non ho giocato, ma sono cresciuto come uomo. Ho capito cosa mi mancava a livello fisico. Il secondo infortunio è stata fatalità, ma il primo fu in parte dovuto alla mancanza di elasticità e ho lavorato molto per risolvere questo problema. Se ho pianto? Sì, un paio di volte. Ho scoperto che aiuta".
Sulla Nazionale: "Oltre al Milan mi è mancata la Nazionale. Siamo all'inizio di un nuovo ciclo azzurro. L'Italia ha avuto un cambio di rotta e sta avendo ottimi risultati. Mancini convoca chi lo merita e io voglio dimostrare di poter stare nel gruppo. Se qualcuno si è dimenticato di me? Dopo un anno così ci può stare, toccherà a me far ricordare che ci sono ancora".
Sul suo trasferimento al Milan: "Furono giorni frenetici. Venni a sapere tutto un paio di giorni prima della conclusione, stavo ancora cercando di inserirmi alla Juve e invece cambiò tutto. Non fu facile affrontare quel momento. I tifosi del Milan mi accolsero benissimo e mi dispiace molto non aver ancora ripagato la loro fiducia. Chiedo scusa per questo anno disgraziato. Pensi che da piccolo sognavo di fare gli scalini di San Siro e vedere lo stadio pieno e quest'anno li ho fatti solo una volta".
Su Maldini: "Paolo mi ha sempre parlato tanto e ogni volta sento la sua fiducia. Avere davanti uno che ha fatto la storia del Milan è uno stimolo. Mi ha chiamato anche dopo l'infortunio. E' sempre molto presente".
La maglia numero 33: "La lascerò a Krunic. Cambierò numero, ma non so ancora quale sceglierò".
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