Su Ibrahimovic: «Vedo in lui le stesse capacità che hanno i grandi che ho incontrato in altri investimenti, la conoscenza unica del proprio mondo ma anche l’abilità di avvicinarsi al mio. E sono certo che Zlatan sarà rivoluzionario: mi permette di vivere negli Usa ma di essere a Milano, perché parla a mio nome e lo fa con legittimazione e credibilità. È unico per il modo in cui si comporta, per come riesce a parlare ai giocatori pur avendo la voce della proprietà. Io non voglio entrare in spogliatoi e parlare con i giocatori, voglio che Ibra lo faccia per me. Ha la testa giusta, la visione giusta: sto imparando da lui e per ora va alla grande, anche perché penso che entrambi abbiamo messo subito in chiaro come vediamo le cose e quello che vogliamo da questo progetto».
Sul futuro del Milan: «Nel calcio c’è questa idea che per vincere si debba spendere più degli altri: io dico che si deve cambiare anche se preferisco la parola evolvere. Abbiamo una squadra giovane e non stiamo facendo male. Ma non basta spendere meglio. Dobbiamo trovare modi più intelligenti, capire come vincere con costanza, professionalizzare il modo in cui le squadre sono gestite. Nessuno vuole vincere più di me. Ma molti perdono la razionalità quando si tratta di vincere, io no: ed è per questo che non voglio entrare in spogliatoio, ed è per questo che mi serve Zlatan che parli coi giocatori e mi permetta di gestire il club mettendo da parte il coinvolgimento emozionale». LEGGI ANCHE:Calciomercato Milan - L'attaccante lo porta De Zerbi? L'indiscrezione
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