Questa rivoluzione, probabilmente, è stata rimandata solo di un anno. Già la passata stagione, infatti, come si ricorderà, Maldini aveva rischiato fino all'ultimo di non rinnovare il suo contratto. Visioni diverse, metodi opposti rispetto alla proprietà. Un feeling che, con tutta probabilità, non è mai scattato.
Ultimamente Maldini aveva chiesto investimenti in alcune dichiarazioni pubbliche nelle notti di Champions League. Parole che la proprietà non ha gradito. Il quasi ex direttore tecnico del Diavolo sperava, secondo il 'CorSport', di poter forzare la mano per avere più disponibilità economica al fine di rinforzare il Milan con giocatori di un certo calibro.
Il mercato è il tema centrale della differenza di vedute
—La proprietà statunitense, invece, preferisce attuare una politica più sostenibile, andando avanti senza compiere passi più lunghi della gamba. Il mercato, pertanto, torna ad essere un tema centrale. Anche la Curva Sud, la sera dell'addio di Zlatan Ibrahimović, aveva chiesto alla proprietà un salto di qualità. Resterà inascoltata?
Cardinale ha un modo di fare e di intendere il calcio diverso da Maldini. L'imprenditore americano, infatti, ha in mente un modello di crescita graduale, dove si possa trarre profitto da sponsor, stadio e sviluppo progressivo del fatturato. Il suo Milan sta già valutando figure per sostituire Maldini: addio ufficiale ad ore.
Servirebbe, ha chiosato il 'Corriere dello Sport', soltanto una retromarcia clamorosa, ormai, per evitare un'annunciata separazione tra le parti. Milan, Maldini licenziato: le motivazioni >>>
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