Il Milan di Stefano Pioli è in crisi ma Gerry Cardinale, proprietario del club, non ha voluto decidere per l'esonero del tecnico. Il motivo
Il Milan di Stefano Pioli è in crisi. Di gioco, risultati (soltanto 2 punti conquistati in 4 partite, con 2 sconfitte all'attivo e 2 pareggi rimediati dopo una situazione - però - di doppio vantaggio) e identità, eppure Gerry Cardinale, proprietario del club rossonero, ha deciso di non procedere con l'esonero dell'allenatore.
Milan, Pioli in crisi ma Cardinale non lo manda via
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Dalla sosta di ottobre a quella di novembre, il Milan di Pioli è scivolato dal primo posto a +2 sulla seconda al terzo posto a -6 dalla seconda, la Juventus, e a -8 dall'Inter capolista del campionato di Serie A. Neanche, però, la 'minaccia' di contribuire a cucire la seconda stella sulla maglia degli odiati cugini ha smosso Cardinale dalle sue convinzioni su Pioli.
In attesa che Zlatan Ibrahimovic, dunque, torni al Milan per dare una mano (da capire come e fino a che punto) l'unico, dunque che ora può e deve dare una sterzata alla stagione è Pioli. Il quale, secondo il 'Corriere della Sera' oggi in edicola, non è per nulla esente da colpe negli ultimi tempi. Ma perché Cardinale ha optato per trattenere Pioli in panchina?
Visione manageriale a lungo termine: a fine stagione il punto
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Il managing partner del fondo RedBird, proprietario del Milan dall'estate 2022, per il quotidiano generalista ha una visione manageriale differente, più a lungo termine, rispetto a molti suoi 'colleghi' italiani. Per i quali l'esonero di un allenatore è un'eventualità da prendere in considerazione, senza farsi troppi problemi, quando i risultati non arrivaano.