Il Milan sta probabilmente vivendo il periodo più buio da quando il tecnico Stefano Pioli si è seduto sulla panchina del Diavolo, nel lontano 2019. I fantasmi del 5-0 rimediato dall'Atalanta sembrano essersi ripresentati e sarebbero tante le motivazioni che potrebbero spiegare questo calo drastico degli ultimi tempi, come riportato dal Corriere dello Sport.
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Milan, dalle fatiche mondiali al timore di cambiare: ci sono troppe criticità
Tra questi spicca senza ombra di dubbio la fatica che stanno facendo a ritornare ad alti livelli coloro che hanno preso parte ai Mondiali di Qatar 2022. Theo Hernandez contro la Lazio non era convocato per un affaticamento, ma le sue prestazioni avevano cominciato a vacillare già da tempo ormai. E lo stesso discorso si può riproporre per Olivier Giroud, che non segna da novembre, e Rafael Leao, apparso troppo ingabbiato.
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—Quanto a livello mentale, che la squadra debba ritrovare lo spirito non è un segreto, essendosi esposti a tal proposito tanto Paolo Maldini quanto Stefano Pioli. Si sente l'assenza dentro e fuori dal campo dei veterani Florenzi, Kjaer e Ibrahimovic. Chi scende in campo spesso ha il timore di sbagliare e per questo non ci prova nemmeno.
E poi un altro aspetto da tenere in forte considerazione è quello tattico. Pioli continua a riproporre il 4-2-3-1 senza interpreti sufficientemente adeguati e soprattutto fin troppo offensivi per quello che è il modulo. A centrocampo manca chi faccia schermo, chi agisca come filtro. Senza dimenticare poi la perforabilità difensiva, cresciuta a dismisura dopo che il Diavolo aveva uno dei migliori reparti arretrati nella stagione dello scudetto. 'Milan, non sei manco da Europa League': ecco chi l'ha detto >>>
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