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Milan, ecco cosa serve per il voluntary agreement

Stefano Bressi

Domani il Milan andrà a Nyon per ottenre dalla UEFA il regime agevolato del fair play finanziario. Servono garanzie, liquidità e mercato cinese. Il punto.

Due scenari possibili, due conseguenze totalmente diverse. Il Milan sperache venga accettato il "voluntary agreement", ma se così non fosse si passarebbe al "settlement", ovvero il regime di patteggiamento con sanzioni. Decisamente un altro mondo. Ecco perchè la dirigenza rossonera che domani incontrerà a Nyon la commissione fair play, farà di tutto per uscirne vincitrice. Non è impossibile che venga concesso il voluntery agreement, ma le proposte del Milan dovranno essere diverse. L'UEFA attende, scrive La Gazzetta dello Sport, con curiosità e speranza, visto che i rossoneri sono la seconda squadra più vincente d'Europa e il fatto che siano fuori dalle coppe è un problema di tutti.

Il Milan deve presentare un nuovo business plan, solido e credibile. Le garanzie commerciali e finanziarie devono essere rigorose. A giugno era stato rimandato dall'UEFA, che aveva usato una formula amichevole, dicendo che il club avesse rinunciato alla richiesta iniziale, sostituendola con nuova domanda. In realtà il suggerimento di tornare era arrivato proprio da Nyon. Servivano soprattutto le stime dei ricavi dal mercato cinese corrette, visto che erano sproporzionate. Agli occhi di un osservatore esterno, però, in questi cinque mesi la situazione non è migliorata.

Il Milan intanto ha fatto un mercato importante, spendendo 230 milioni, per un passivo di 180 milioni. Inoltre sono aumentati anche gli stipendi della rosa. Dalla Cina nel frattempo non si hanno notizie sul mercato e sulla disponibilità finanziaria. Infine, al momento la qualificazione in Champions League non è proprio dietro l'angolo al momento e quindi la stima dei ricavi si abbassa. Su queste basi è quasi impossibile ottenere il voluntary agreement.

A Nyon, però, sperano che il Milan possa avere nuove carte in mano da giocare. Marco Fassone dovrà presentare un piano per il mercato cinese solido e ben avviato, portando come prova i contratti già stipulati. Yonghong Li, poi, dovrà fornire garanzie finanziarie per coprire i costi del club, che dovrebbe avere un rosso di 80 milioni. Il rischio, altrimenti, è il passaggio a Elliott. La UEFA non gradirebbe.

Le coperture e le garanzie bancarie dovranno essere molto serie, non promesse. Anche perchè ottenere il voluntery significa ottenere grandi vantaggi. Nel primo periodo, infatti, si può coprire il deficit immettendo altra liquidità, oltre i 30 milioni consentiti dall'UEFA. Quasi come prima del fair-play. L'effetto sarebbe che i conti del 2017/18 non verrebbero presi in considerazione. Conterebbe solo il triennio 2018/21, che conclude il periodo del voluntary. In questo periodo il Milan dovrà aumentare i ricavi per rispettare i parametri.

Il futuro del Milan è nelle sue mani. In questi cinque mesi dovrebbe essersi assicurato documenti e garanzie che possano essere utili per l'UEFA. In caso contrario, il club di via Aldo Rossi avrebbe sprecato una grande occasione per riequilibrare le casse. Se non fosse concesso, ci sarebbe un nuovo esame UEFA tra gennaio e febbraio, con il settlement come obiettivo. Ovvero, il patteggiamento, quello con cui hanno avuto a che fare i club finora nel mirino dell'UEFA per i loro conti. Il Milan sarebbe il primo a ottenere il voluntary. Il patteggiamento, però, prevede decisamente meno libertà di movimento, peggioramento del business plan presentato dal club, limiti alla rosa e al mercato, sanzioni economiche e anche di più, fino al 2021. La rinascita del Milan subirebbe una frenata importante.

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