Per Giudice, poi, la "prospettiva del rifinanziamento viene da molti equivocata come una sorta di spada di Damocle sulla testa dell’azionista del Milan". Ma un fondo non opera come un privato che utilizza risorse proprie e, per le quali, ci si domanda se le abbia in disponibilità o meno. Un fondo, al contrario, raccoglie denaro dai suoi investitori e può pertanto scegliere se finanziare un'acquisizione con un mix di debito e mezzi propri (equity).
"Riducendo l'esposizione, sale l'equity dell'operazione"
—Il mix, ha spiegato il giornalista, è calibrato in base al rapporto che consente di non far salire il costo del debito oltre livelli di convenienza. "Nella struttura finanziaria delle aziende il debito ha sempre un costo inferiore all’equity su cui il fondo deve erogare agli investitori rendimenti in doppia cifra per compensarli della rischiosità dell’investimento. Per un investitore, il debito è solitamente meno rischioso del capitale azionario. Perché – a differenza di quest’ultimo – il debito va rimborsato e concede al creditore il diritto di rivalersi sui beni del debitore".
Quindi, per dirla con Giudice, "se un acquirente come RedBird può finanziare un pezzo dell’acquisizione con debito (anziché con equity) abbassa il costo dell’acquisizione". Investendo altri 170 milioni di euro, e riducendo l'esposizione da 560 a 489, l'equity dell'operazione sale, così, a 770 milioni di euro. Con il rapporto di indebitamento che ne esce migliorato. LEGGI ANCHE: Milan, Furlani: “Addio a Maldini, il motivo”. E che sorpresa su Tonali! >>>
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