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Elliott, RedBird e il rifinanziamento del vendor loan per il Milan: forse non sapete che …

Daniele Triolo Redattore 
RedBird ha rifinanziato il vendor loan stipulato con Elliott nel 2022 per l'acquisizione del Milan. Il 'CorSport' ne spiega le dinamiche

Qualche giorno fa il Milan ha annunciato il rifinanziamento del vendor loan stipulato da RedBird con Elliott nel 2022 per la compravendita del club con otto mesi di anticipo rispetto alla naturale scadenza degli accordi iniziali (agosto 2025). Versando, infatti, 170 milioni di euro, il fondo di Gerry Cardinale ha fatto scendere la somma da rimborsare al fondo di Paul Singer a 489 milioni di euro e, contestualmente, ha ottenuto la dilazione temporale per il rimborso fino al luglio 2028.

Rifinanziamento vendor loan di RedBird con Elliott, il punto

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Sul 'Corriere dello Sport' oggi in edicola Alessandro Giudice, giornalista sportivo esperto in materia finanziaria, ha fatto il punto sulla situazione, spiegando nei dettagli il perché RedBird abbia rifinanziato - seppur parzialmente - il vendor loan (che, lo ricordiamo, è il prestito di un compratore al venditore) fattogli da Elliott due anni e mezzo fa. Giudice ha subito precisato due aspetti molto importanti della delicata questione.

La prima, perché Elliott ha concesso, sugli 1,16 miliardi di euro dell'operazione, un vendor loan di 560 milioni di euro a RedBird per il Milan? Cosa ne ha guadagnato? "La possibilità di realizzare un guadagno sostanzioso dall’investimento - si può leggere nell'approfondimento del 'CorSport' -. Quasi mezzo miliardo in quattro anni, incamerato sotto forma di cash versato da RedBird e sostituendo col vendor loan una partecipazione azionaria in portafoglio con un prestito e così riducendo la rischiosità dell’esposizione".

La seconda, la diversità della struttura dell'operazione Elliott-RedBird per il Milan con il finanziamento che Steven Zhang ottenne dal fondo Oaktree per l'Inter. "Da una parte, il finanziamento (parziale) di un’acquisizione in cui RedBird ha comunque versato 600 milioni di euro di mezzi propri; dall’altra un prestito di sopravvivenza, finalizzato a ottenere liquidità per il funzionamento della gestione corrente del club. Non a caso, il tasso praticato da Oaktree fu del 12 % contro il 7 % offerto da Elliott a Cardinale".


Per Giudice, poi, la "prospettiva del rifinanziamento viene da molti equivocata come una sorta di spada di Damocle sulla testa dell’azionista del Milan". Ma un fondo non opera come un privato che utilizza risorse proprie e, per le quali, ci si domanda se le abbia in disponibilità o meno. Un fondo, al contrario, raccoglie denaro dai suoi investitori e può pertanto scegliere se finanziare un'acquisizione con un mix di debito e mezzi propri (equity).

"Riducendo l'esposizione, sale l'equity dell'operazione"

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Il mix, ha spiegato il giornalista, è calibrato in base al rapporto che consente di non far salire il costo del debito oltre livelli di convenienza. "Nella struttura finanziaria delle aziende il debito ha sempre un costo inferiore all’equity su cui il fondo deve erogare agli investitori rendimenti in doppia cifra per compensarli della rischiosità dell’investimento. Per un investitore, il debito è solitamente meno rischioso del capitale azionario. Perché – a differenza di quest’ultimo – il debito va rimborsato e concede al creditore il diritto di rivalersi sui beni del debitore".

Quindi, per dirla con Giudice, "se un acquirente come RedBird può finanziare un pezzo dell’acquisizione con debito (anziché con equity) abbassa il costo dell’acquisizione". Investendo altri 170 milioni di euro, e riducendo l'esposizione da 560 a 489, l'equity dell'operazione sale, così, a 770 milioni di euro. Con il rapporto di indebitamento che ne esce migliorato. LEGGI ANCHEMilan, Furlani: “Addio a Maldini, il motivo”. E che sorpresa su Tonali! >>>