Mentre altri allenatori avrebbero potuto apportare modifiche tattiche, Fonseca è rimasto fedele al 4-2-3-1 con cui ha iniziato la sua avventura al Milan. Per rendere la squadra più compatta in quella che considerava una partita cruciale, ha spostato Pulisic sulla trequarti e ha schierato Chukwueze e Okafor sulle fasce, fino ad allora poco utilizzati. Il messaggio era chiaro: ha scommesso sul lavoro svolto dalle seconde linee durante la sosta delle Nazionali.
Le parole di Fonseca
—In conferenza stampa, Fonseca aveva affermato: "Non mi interessa il nome dei giocatori quando ci sono problemi. Per me conta la squadra". Le sue scelte e la risposta dei giocatori sul campo potrebbero rappresentare una svolta nella stagione rossonera.
Questa vittoria doveva essere una svolta anche nel derby, quando era stata proposta la formula dei due centravanti (Morata e Abraham) insieme a Pulisic e Leao. Tuttavia, questa volta il cambiamento è di natura caratteriale piuttosto che tecnico-tattica. Fonseca crede che ora tutti i giocatori metteranno il gruppo davanti alle individualità. Le panchine di Leao e Tomori dopo la brutta serata al Franchi, insieme alla fiducia accordata a chi ha reso meno (Thiaw incluso), segnano un manifesto programmatico per il futuro.
Questo è un messaggio anche per Theo Hernandez, che sarà disponibile per la Champions. Fonseca è consapevole che la panchina di Leao non può diventare la normalità, ma lo ha fatto per riportare al centro dell'attenzione la squadra e lo spirito di sacrificio mostrati contro l'Udinese.
E' stata una giornata in cui il Milan, fino a quel momento relegato nei pensieri del tecnico portoghese, ha finalmente messo in campo le proprie qualità, mostrando un volto determinato e unito. LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan – Romano: “Rinnovo Gabbia, ecco cifre e dettagli” >>>
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