Unici raggi di sole nella serata meneghina, oltre alle tante leggende rossonere sfilate sul prato di 'San Siro' con i trofei vinti e la bellissima maglia celebrativa 'vintage' per i 125 anni, la prestazione di Álex Jiménez, che non ha fatto di certo rimpiangere il Theo Hernández dell'ultimo periodo. "Fonseca ha vinto il suo personale braccio di ferro con il francese ribelle, ma ha perso contatto con la zona Champions e forse con la squadra", l'amaro commento - a tal proposito - de 'La Gazzetta dello Sport'.
Bene Jiménez. Ma quanti giocatori lottano per Fonseca?
—Meno scintillante di Álex Jiménez l’altro giovanissimo, il 2007, il fantasista Mattia Liberali, però propositivo al punto di procurarsi quasi un rigore per un quasi fallo di Fabio Miretti e altrettanto volonteroso, visto che per una copertura ha rischiato il rigore sullo stesso Miretti. Al di là del commento sul match, partita lenta e noiosa in cui, come detto, il Milan ai punti avrebbe anche potuto meritare qualcosina in più, colpisce l'analisi finale fatta al quotidiano sportivo nazionale.
"Restiamo convinti che la valenza tecnica di questo gruppo sia di molto superiore al gioco che il Milan esprime. Oggi il calcio di Fonseca è ambizioso e basta, una sorta di “vorrei, ma non posso”: non c’è sveltezza al passaggio e non c’è ferocia. Forse il Milan non capisce Fonseca. A spanne è lo stesso problema di Thiago Motta con una differenza di rilievo: alla Juve la squadra si batte per il suo allenatore, come dimostrano i pareggi all’ultimo respiro nelle ultime due giornate. Al Milan non sappiamo quanti giocatori lottino per Fonseca e quanti pensino che non sarebbe male se l’allenatore venisse cambiato". Una riflessione che, magari, stanno facendo anche ai piani alti in società. LEGGI ANCHE: Il Milan di Fonseca è un disastro: i motivi del fallimento del progetto >>>
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