"Non si chiedeva allo sciagurato Álvaro Morata di ieri di somigliare a Marco van Basten. A Samuel Chukwueze di ricordare non solo per qualche treccina il divino Ruud Gullit. A Rafael Leão di vestire la fascia come faceva capitan Franco Baresi. Bastava avessero un po’ di voglia in più contro un Genoa di bassa classifica. Ma non c’è stata neanche la cattiveria agonistica".
"La bellissima maglia celebrativa meritava tutto un altro impegno"
—Di Caro ha salvato i ragazzini, Álex Jiménez e Mattia Liberali, schierati da Fonseca ("Loro hanno fatto il massimo. Ovvio non siano oggi da Milan, ma i paragoni umilianti loro non li meritano"), e definito come sacrosanti fischi e contestazione da parte del pubblico di 'San Siro'.
"Quella bellissima maglia celebrativa che profumava di storia meritava tutto un altro impegno. E invece niente. Dove sei finito vecchio cuore rossonero?", si è domandato il giornalista de 'La Gazzetta dello Sport'. Il quale, nel suo articolo, non ha incolpato Morata dei due gol mancati in maniera clamorosa.
"Tolti i guizzi contro Inter e Real Madrid, la stagione del Milan è una pena"
—"È tutto il Milan che non è squadra, non ha anima, non ha reazione - il suo commento -. Se togliamo i due guizzi contro Inter e Real Madrid, la stagione rossonera è una pena. La classifica in Champions si è un po’ sistemata, quella in campionato oggi è deprimente".
Poi un parere anche sull'allenatore del Milan, il portoghese Fonseca. "È probabilmente l’uomo sbagliato su questa panchina. I dubbi su di lui erano emersi subito quando è stato scelto. Ma bisogna almeno dargli atto di provarci in tutti i modi, con la carota, con il bastone, con le accuse pubbliche, con le scelte nette. Ma se un allenatore dà vita a 4-5 mega incazzature in appena sedici partite senza però riuscire a dare alla squadra una identità tecnica, tattica e caratteriale, vuol dire che non ha in mano il gruppo, non entra nella testa dei giocatori, non li convince e forse neanche li spaventa".
"La società ora ha il dovere di proteggere Fonseca. Ma i grandi dirigenti ..."
—Per Di Caro, la società - negando ai tifosi un tecnico più importante ed affidandosi ad un allenatore dal curriculum non straordinario - ora ha il dovere di proteggere Fonseca. "E invece, fin dal suo arrivo, Fonseca appare un uomo solo. La società lo ha confermato in momenti difficili. E lo confermerà anche adesso. Ma non basta. I grandi dirigenti aiutano a risolvere i problemi, dettano le regole, le fanno rispettare".
Per il giornalista sportivo, così come per i calciatori, anche il paragone tra i dirigenti dei trionfi rossoneri e quelli odierni è definibile "imbarazzante". "Proprietà, dirigenti, tecnico, giocatori, il Milan non presenta punti fermi. È sacrosanto festeggiare la propria storia, ma bisognerebbe anche onorarla. Altrimenti le celebrazioni dei trionfi di ieri rischiano solo di far crescere nei tifosi i rimpianti e la rabbia di oggi", la sua chiosa. LEGGI ANCHE: Milan, critica feroce di Salvini a RedBird: “Non c’è rispetto per la nostra storia” >>>
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