Il sogno di Nicolò: sette anni e il cuore di un piccolo portiere. Il suo idolo è Mike Maignan, per due motivi: gioca nel Milan e sta in porta
Nicolò ha solo sette anni e il cuore di un piccolo portiere. Il suo idolo è Mike Maignan, per due motivi semplici ma profondi: è un grande portiere come lui sogna di diventare e gioca nel Milan, la squadra che Nicolò ama da sempre. Questa passione per i pali e per i rossoneri gli è stata tramandata dal nonno Giuseppe, che da giovane faceva il portiere e non ha mai smesso di tifare Milan. È stato proprio il nonno a regalargli la maglia più speciale: quella verde con il numero 16, uguale a quella di Maignan. Nicolò la indossa sempre, sia per giocare in porta che per sentirsi un po’ più vicino a quel nonno che non c’è più, mancato il Natale precedente.
Un giorno di settembre, Nicolò va a giocare con gli amici al campetto dell’oratorio di San Paolo, in zona nord di Milano, uno di quei luoghi che sembrano usciti da un’altra epoca. Come sempre, ha addosso la maglia verde, la sua portafortuna. Ma proprio durante una parata cade malamente e si rompe un braccio. Il dolore è forte, l’infortunio serio: il gomito è compromesso. Arriva l’ambulanza e Nicolò viene portato d’urgenza all’ospedale Niguarda, dove viene subito operato. Tutto va per il meglio, ma c’è un piccolo strappo nel cuore del bambino: per prestargli soccorso, i medici sono stati costretti a tagliare la sua amata maglia, che finisce nel cesto dei rifiuti.
Quando Nicolò torna a casa, i dottori lo rassicurano: presto potrà tornare a giocare a calcio. Ma lui non riesce a essere felice. Quella maglia non era un semplice indumento: era il regalo del nonno, il simbolo di un legame indissolubile, il ricordo di tutti quei pomeriggi passati insieme al campetto o a San Siro, ad ammirare Maignan. Papà Massimiliano e mamma Ilaria provano a consolarlo regalandogli una maglia identica, ma non è la stessa cosa. Quella originale, con il numero 16 bianco, era unica.
La svolta arriva grazie a un gesto inaspettato. Un infermiere dell’ospedale, milanista come Nicolò, trova i brandelli della maglia e decide di non buttarli via. Li recupera e li restituisce al bambino, che, vedendoli, non riesce a trattenere le lacrime di gioia. Anche ridotta a pezzi, quella maglia è ancora il legame con suo nonno e con il suo sogno.