Uno degli esempi più eclatanti è la cavalcata dell’Inter in Champions League nella stagione 2022/2023, culminata nella finale di Istanbul. Quella straordinaria avventura fruttò ai tre leader della curva circa 90mila euro ciascuno. Un business parallelo che si alimentava dell’amore per i colori nerazzurri, ma che tradiva la sua natura con attività illecite e interessi personali.
L’infiltrazione dell’estrema destra
—Non sono solo gli affari illeciti a gettare ombre sulla curva interista. Beretta ha raccontato anche della presenza di un gruppo che faceva proselitismo politico all’interno della curva, influenzando i giovani con idee di estrema destra. “Facevano tipo un lavaggio del cervello”, ha dichiarato, aggiungendo che questi gruppi avevano ramificazioni che arrivavano fino a partiti neonazisti in Ucraina e Germania.
Beretta ha persino evocato, seppur con dubbi, contatti con il Ku Klux Klan. “Hanno una sede a Bollate dove fanno riunioni, sono organizzati”, ha spiegato. Durante la sua leadership, Beretta sostiene di aver allontanato questi elementi, ma oggi teme che possano riprendere il controllo della curva: “Hanno la forza per farlo”, ha dichiarato al pm.
Il ricordo della morte di Belardinelli
—Nel corso dell’interrogatorio, Beretta ha ricordato anche uno degli episodi più drammatici della sua esperienza da ultrà: la morte di Daniele “Dede” Belardinelli, travolto da un Suv durante gli scontri tra tifosi prima di Inter-Napoli il 26 dicembre 2018.
“Vedo uno a terra che urlava come un pazzo, come un animale scannato”, ha raccontato Beretta, descrivendo la scena straziante in cui Belardinelli giaceva ferito mortalmente. “I suoi vestiti erano pieni di sangue. È una scena che rivivo ogni volta, e ogni volta c’è un dettaglio diverso”, ha aggiunto, visibilmente tormentato dai ricordi.
Beretta si interroga ancora su come sarebbero potute andare le cose quella notte: “Se non mi fossi fermato, magari avrebbero investito me. Lui mi ha superato, mi ha toccato. La morte di quel ragazzo mi perseguita”.
Conclusioni
—Le dichiarazioni di Andrea Beretta dipingono un quadro oscuro di ciò che accade dietro le quinte del tifo organizzato. Tra affari illeciti, infiltrazioni politiche e violenza, la Curva Nord dell’Inter sembra essere diventata un terreno fertile per interessi che vanno ben oltre l’amore per il calcio.
Le sue parole aprono interrogativi pesanti sul futuro della curva e sul rischio che questi gruppi estremisti possano riprendere il controllo. Un monito per le istituzioni sportive e civili, chiamate a intervenire con fermezza per riportare il calcio al centro della scena, lontano da logiche di potere e violenza.
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