La Juventus, tutt'altro che bella ma solida e tosta, ha saputo dunque sfruttare al meglio la superiorità numerica ottenuta verso la fine del primo tempo, quando Thiaw - fino a quel momento perfetto - ha steso Moise Kean lanciato verso la porta difesa da Antonio Mirante. Cartellino rosso, giusto, sventolato dall'arbitro Maurizio Mariani sotto al naso del difensore tedesco e partita, inevitabilmente, cambiata. Il Milan, che era partito bene ma che già prima dell'espulsione aveva in parte smarrito lucidità e cattiveria per fare male agli avversari, di fatto si è fermato lì.
Cambi di Pioli non incisivi. Una sola palla-gol anche in 11, però ...
—In un Milan-Juventus caratterizzato dalle tante assenze, da una parte e dall'altra, e dove i potenziali campioni (vedi Rafael Leão) non hanno fatto la differenza, il risultato è stato determinato dagli episodi. Fuori Thiaw, il tecnico del Diavolo, Stefano Pioli, ha aggiustato in corsa la squadra togliendo Christian Pulisic per inserire Pierre Kalulu. Poi, però, nella ripresa, inserisce Krunić e Luka Jović per Yacine Adli e Olivier Giroud. Il primo è sfortunato protagonista nella rete della sconfitta, il secondo non vede un pallone.
Per il Diavolo è la seconda sconfitta in campionato dopo quella contro l'Inter, guarda caso altra rivale per il titolo. In dieci, ovviamente, per i rossoneri è stato difficile abbattere il muro della Juventus, che nel finale, con Dušan Vlahović - entrato a gara in corso - avrebbe anche potuto trovare il raddoppio. Non che in parità numerica, però, il Milan avesse fatto chissà quanto per vincerla: senza fantasia e senza qualità, aveva costruito una sola palla gol. Mercato, il Milan sfida la Juve per un top player >>>
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