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Capello: “Milan-Juventus, partita che pesa. Ma per lo Scudetto dico Inter”

intervista Capello Milan-Juventus
Fabio Capello, ex allenatore di Milan e Juventus, ha parlato della partita di domani sera a 'San Siro'. Ecco le sue dichiarazioni sul tema
Daniele Triolo Redattore 

Fabio Capello, ex allenatore di Milan e Juventus, ha parlato della partita di domani sera a 'San Siro' tra rossoneri e bianconeri, in programma alle ore 20:45 e valevole per la 9^ giornata della Serie A 2023-2024. Ecco, dunque, uno stralcio delle sue dichiarazioni sul tema a 'Tuttosport' oggi in edicola.

Milan-Juventus, il doppio ex Capello la presenta così

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Sul percorso fatto finora da Milan e Juventus: «Il Milan si è rivalutato subito dopo la sconfitta nel derby e ha fatto delle cose molto molto buone, tanto che è primo in classifica. La Juventus ha avuto qualche problema, tra assenti e non presenti, e quindi anche i bianconeri hanno fatto quello che dovevano fare».


Su che Milan-Juventus si aspetta: «Purtroppo sarà una sfida con grandi assenti e dal peso specifico importante. Da parte del Milan Mike Maignan, e peraltro manca anche Marco Sportiello, e Theo Hernández. Due pedine che fanno anche la differenza in certe partite. Nella Juve mancherà Danilo che è una guida importante per la difesa. Poi dovremo vedere se in attacco ci saranno Dusan Vlahovic e Federico Chiesa».

Sul caso scommesse: «Un brutto caso. Qualcosa di difficile da capire. Si parla di ludopatia, una dipendenza: non so come nasca e fatico a trovare risposte. Uno ha il piacere di giocare, che poi si trasforma in dipendenza. Io dopo una partita a carte e mezzo in ritiro ero già stanco ... Ognuno ha interessi diversi».

Sulla crescita di Fabio Miretti: «È un ragazzo che ha qualità e può solo migliorare. Deve maturare ancora un po’ e giocare con personalità: questa è la cosa più importante quando si gioca nella Juventus, nel Milan, nell’Inter, in Nazionale».

Sul lavoro di Stefano Pioli nel Milan e Massimiliano Allegri nella Juventus: «Pioli ha fatto un lavoro importante, è stata una scelta intelligente quella di fare la tournée per capire il valore dei giocatori. La Juventus ha speso senza cambiare, perché ha pagato giocatori arrivati in prestito negli anni precedenti. Allegri si ritrova la squadra della scorsa stagione, senza Paul Pogba che è il giocatore che avrebbe tutto per fare la differenza, e finora per me ha fatto benissimo. Il fatto di aver cambiato poco è anche un vantaggio, conosceva i giocatori e non ha dovuto integrare nessuno».

Su Timothy Weah: «È giovane, per cui ha tempo: spero che vada vicino a emulare il papà. Sarebbe già un successo. Ho un ricordo meraviglioso di George: grandissimo campione e bellissima persona».

Sulla Juve favorita per lo Scudetto perché non ha le coppe: «Che non giocare le coppe sia un vantaggio in campionato è sicuro. Puoi allenare i giocatori, non si stancano con partite e viaggi e hai una settimana per preparare le partite. Per quanto riguarda lo Scudetto, ho già detto che la mia favorita è l’Inter. Con Pogba avrei messo la Juve sullo stesso piano proprio per il vantaggio di non giocare le coppe, ma senza di lui ai bianconeri manca qualcosa».

Su quanto peserà Milan-Juventus di domani sulla classifica nella testa delle squadre: «Peserà sotto tutti e due gli aspetti. L’autostima è importante. Se la Juventus fa risultato a Milano capisce di essere in grado di lottare contro tutti. Il Milan, con delle assenze importanti, se fa risultato si convince di essere proprio forte e di avere una rosa competitiva per lottare su tutti i fronti».

"Juve con 38 Scudetti: quei campionati li abbiamo vinti sul campo"

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Su chi saranno gli uomini decisivi di Milan-Juve: «Quelli che hanno classe superiore, i talenti. Però non sappiamo chi giocherà di questi ...».

Su dove possono ancora migliorare Rafael Leao e Dusan Vlahovic, così come fece lui con Zlatan Ibrahimovic in bianconero: «Prima di far fare a Ibra il lavoro che gli ho fatto fare, l’ho studiato per un mese e mezzo, poi gli ho proposto quello che volevo da lui. Non conosco così bene né Leao né Vlahovic, per cui non sono in grado di dare suggerimenti. Avevo fatto la stessa cosa con Clarence Seedorf al Real Madrid: dopo un mese e mezzo di studio gli avevo proposto degli esercizi specifici. E siccome erano talenti, capivano immediatamente e in un mese e mezzo riuscivano a fare cose per cui un giocatore normale avrebbe impiegato un anno e senza arrivare agli stessi risultati».

Sui 38 Scudetti della Juve, come ribadito da Ibra: «Non mi faccia ripetere. Quei campionati li abbiamo vinti sul campo. Li abbiamo vinti sul campo e li hanno regalati a qualcun altro».

Sul possibile sostituto di Paul Pogba a metà campo: «Inutile fare nomi, alla Juve sanno di che cosa hanno bisogno. Giuntoli e Allegri conoscono i giocatori e sanno cosa serve. Hanno bisogno di un giocatore che faccia la differenza, il resto sono chiacchiere. Bisogna leggere quello che ha detto Pep Guardiola l’altro giorno: la palla deve essere passata velocemente, poi ti arriva nei piedi e lì serve il talento. E la gente pensa di vincere con gli schemi... Chi ha talento ti passa la palla veloce e giusta, chi non ce l’ha te la dà male e ti mette in difficoltà».

Sulle famiglie Berlusconi e Agnelli nel Milan e nella Juventus dei suoi tempi: «Ho ricordi molto belli dell’Avvocato, del dottor Umberto che mi ha fatto tornare alla Juventus da allenatore, di Andrea Agnelli. E di John e Lapo Elkann. Ho vissuto sia da calciatore che da allenatore l’esperienza di avere la famiglia Agnelli come proprietaria del club ed è qualcosa che si sente. Come durante i 20 anni di Berlusconi al Milan: sentivi che c’era qualcosa di diverso rispetto ad altri club, proprietà così trasmettono appartenenza, identità». Milan e Juventus, sfida per un comune obiettivo di mercato >>>

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