"Eppure si giocava dopo l’Inter e dopo Sinner: spettacolo purissimo. Ecco, a proposito: volendo esagerare, chi sembra un po’ Sinner è solo l’Inter. Di sicuro, non la Juve né il Milan. Che hanno offerto l’immagine proporzionata delle squadre numero 6 e 7 della Serie A. Un campionato fa, ma comunque pochi mesi fa, erano seconda e terza… E anche se le sfide targate Pioli e Allegri, sia all’andata che al ritorno, erano state povere di gol, almeno non erano mancate emozioni e tensioni. Stavolta, invece, nulla".
"Fonseca, bicchiere mezzo vuoto e molto amaro"
—"Di Gregorio e Maignan hanno guardato una partita che le due squadre hanno giocato schierandosi (tatticamente, non politicamente) a sinistra. Lì attaccava la Juve con Cambiaso e Yildiz, sfruttando l’inconsistenza di Musah ed Emerson Royal. Lì si proponeva anche il Milan con Theo e Leao, più robusti degli opposti Conceicao e Savona. Comunque poco. Pochissimo nel primo tempo, qualcosa di più nella ripresa quando almeno la Juventus ha provato a calare un tris di corner e una coppia di conclusioni agevolmente addomesticate da Maignan".
"La nota più spettacolare è stata il giubbotto made in sponsor esibito da Fonseca. Colorato e sgargiante, ma - come insegna il proverbio - “l’abito non fa il monaco”. Così Milan-Juve non faceva una sfida scudetto. Proprio no. È comunque corretto concludere con Thiago Motta che vede il famoso bicchiere “mezzo pieno”, a causa dell’evidente emergenza infortuni. Invece è mezzo vuoto il bicchiere di Fonseca. E anche molto amaro". LEGGI ANCHE: Milan-Juventus, noia e fischi. Domani si rischia di finire al nono posto
© RIPRODUZIONE RISERVATA