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Jesus Fernandez Suso e Senad Lulic, Lazio-Milan, Getty Images
Il campanello d'allarme immediatamente dopo la vittoria risicata - e nemmeno troppo meritata - contro il Sassuolo di sabato sera lo ha suonato direttamente Rino Gattuso, denunciando passi indietro rispetto al gioco e soprattutto che continuando a giocare in questo modo non si riuscirà a vincere tante partite.
I numeri rispetto a inizio stagione, in casa rossonera, sono profondamente cambiati. Il dato tra difesa e attacco è mutato radicalmente e lo scenario si è invertito. Nella prima parte di stagione, infatti, il Milan viaggiava ad una media realizzativa decisamente alta, tanto che in Italia rimaneva dietro solamente a Juventus e Napoli. In compenso, Donnarumma e la retroguardia rossonera veniva costantemente criticata per la quantità di reti subite.
Oggi, il dato è stato completamente ribaltato. Nel 2019 la squadra di Rino Gattuso è la meno perforata d'Europa con appena 3 reti subite, ma il reparto offensivo fatica a ingranare. E il problema è facilmente intuibile. Il rendimento altalenante e poco incisivo delle due ali, Jesùs Suso e Hakan Calhanoglu, rappresenta il punto centrale della questione.
Piatek segna tanto e con continuità, nonostante i due esterni non stiano attraversando un periodo d'oro. Il turco sembrava essersi ripreso dopo la rete di Bergamo, ma già contro i neroverdi sabato è tornato sui livelli medi stagionali. Lo spagnolo, limitato probabilmente da fastidi muscolari, non segna da metà gennaio e non realizza un assist da novembre. Insomma, la sfida di Gattuso è forzatamente quella di ritrovare le sue ali, per volare con ancora più velocità verso l'obiettivo stagionale: la qualificazione in Champions League.
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