"Il problema è un altro. Sentendolo parlare, sembrava che Zlatan fosse collegato dall’Ariston di Sanremo e che stesse duettando con Amadeus in uno dei riusciti sketch del Festival. Invece era a San Siro, pochi minuti prima di una sfida che metteva sul prato di uno stadio meraviglioso ben 13 Champions (7 i rossoneri, 6 gli inglesi), e ricopriva un ruolo istituzionale. Non si può pretendere che Zlatan, nella sua nuova veste, si trasformi soffocando la propria dirompente personalità. Ma l’approccio dovrebbe comunque essere diverso. Pur facendo la tara alle tradizionali esagerazioni di Ibra, resta il fatto che adesso lui rappresenta il Milan ben più di prima. Da giocatore qualche effervescenza dialettica era ammessa e a volte, nello spogliatoio, faceva pure bene. Ma i boss, come dice lui, seguono codici diversi. Zlatan porti a cena il suo amico Galliani e lo ascolti: né leoni né gattini, ma consigli preziosi". LEGGI ANCHE: Milan, hai in casa il nuovo Camarda? È un talento che ha lasciato tutti a bocca aperta
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