Perché la Champions é speciale? "È l'obiettivo principale di qualsiasi calciatore a livello di club. Vincere la Champions è l'ambizione di chi vuole consacrarsi nel calcio che conta ed è molto difficile riuscirci. Quando ho vinto la prima Champions a 19 anni non ero del tutto consapevole dell'impresa. Col tempo si realizza la complessità del torneo".
Quale percorso immagina per le italiane? "Inter, Milan e Juventus hanno il dovere e le rose per ottenere la qualificazione diretta alla seconda fase. L'Atalanta avrà partite non semplici, ma può puntare in alto. Il Bologna potrà fare tesoro di questa esperienza e godersela. Per quanto riguarda le tre grandi storiche, l'Inter è una squadra matura e solida, il Milan ha il DNA europeo e la Juventus è andata molte volte vicina a rivincere la Champions".
Perché il Milan può far bene in Champions e perché può faticare? "Il Milan deve trovare un equilibrio: il suo percorso, nel bene o nel male, potrà dipendere da quando lo troverà".
Per Leao è arrivato l'anno della verità? "Leao è padrone del suo destino. Ha talento, deve sfruttarlo bene per diventare uno dei migliori".
Ibrahimovic le piace in quel ruolo? "Mi piace vedere ex giocatori intelligenti, con competenze, nelle posizioni per poter dare supporto alle società, soprattutto dove le competenze sono sbilanciate verso la gestione dell'azienda".
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