Inoltre, praticamente mai utilizzati Sergiño Dest, Aster Vranckx e Yacine Adli. Unica eccezione, Malick Thiaw. È evidente, però, secondo 'La Gazzetta dello Sport', come i contrasti tra Cardinale e Maldini per il futuro del Milan si allarghino alla visione delle decisioni sul calciomercato da intraprendere per il prossimo futuro.
Maldini più per 'scelte di garanzia', da Domenico Berardi a Marko Arnautovic; Cardinale, al contrario, maggiormente attratto da un modello di calcio più basato sulla rivalutazione dei talenti (acquistare giocatori giovani e venderli nel momento giusto per alimentare un circolo virtuoso) e sull'uso dei dati come chiave per le scelte.
Ora poteri nelle mani di Furlani con Cardinale più presente
—Idee che appaiono molto poco conciliabili con l'autonomia chiesta da Maldini sul mercato. Il Milan di Cardinale non sostituirà Maldini e Massara, ma proverà il 'lavoro di squadra'. Cardinale molto più coinvolto nelle dinamiche del club e molto più presente a Milano; più poteri all'amministratore delegato Giorgio Furlani come figura chiave per le decisioni strategiche.
Si chiuderà, così, ufficialmente nelle prossime ore l'era di Maldini nel Milan. Tifosi sotto shock per questo addio brusco e sorprendente. In fin dei conti, il rinnovo del contratto di Rafael Leão, sigillato all'unisono da Furlani, Maldini e Massara e ufficializzato qualche giorno fa, è roba del mese scorso, mica preistoria.
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