'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola ha parlato di Silvio Berlusconi, ex proprietario del Milan e oggi possessore del Monza, visto che domani pomeriggio potrebbe tornare per la prima volta a 'San Siro' da avversario. Ma non da rivale. In fin dei conti, come si possono dimenticare oltre trent'anni di successi?
NEWS MILAN
Milan-Monza, la partita di Berlusconi: 30 anni di colpi, coppe e amore
In trent'anni di gestione, di cui venti da Presidente, Berlusconi ha collezionato tante vittorie ed intuizioni per il Milan. Unita, secondo la 'rosea', a qualche passaggio a vuoto e qualche battuta fuori luogo. Prima di tutto, però, i trofei, ben 29. Dal primo Scudetto, vinto nel 1988 all'ultimo successo, la SuperCoppa Italiana del 2016 a Doha, conquistata ai calci di rigore contro la Juventus, la storia del Milan e quella di Berlusconi sono rimaste intrecciate, come in un gigantesco album di famiglia.
LEGGI ANCHE
Milan-Monza, Berlusconi sfida il suo glorioso passato
—Non è certo che domani Berlusconi sia presente a 'San Siro' per Milan-Monza (dipenderà molto anche dagli impegni politici). Dovesse accadere, sarebbe la prima volta. Sabato 22 ottobre è il giorno che sia Berlusconi sia il suo braccio destro, Adriano Galliani, aspettano da quando, qualche anno fa, l'ex Cavaliere ha rilevato il Monza. È un cerchio che si chiude, o forse un nuovo capitolo che si apre.
Berlusconi arrivò a Milanello, quartier generale del Milan, per la prima volta il 1° marzo 1986, annunciando il primo acquisto per la stagione che sarebbe arrivata: la prima definita interamente dalle sue decisioni, a partire dalla panchina. Il primo nome fu Dario Bonetti, difensore della Roma. Le prime volte di Berlusconi con il Milan, però, non sono state tutte belle. Il primo derby, il 6 aprile 1986, fu perso per un gol dell'interista Giuseppe Minaudo.
Il Berlusconi Presidente, però, si è tolto tante soddisfazioni contro i nerazzurri, soprattutto con i derby di Champions League. La sua prima finale di Coppa dei Campioni finì come meglio non avrebbe potuto: 4-0 alla Steaua Bucarest e esodo dei tifosi milanisti a Barcellona. Con il suo primo allenatore, il sereno e già anziano Nils Liedholm, non andò bene. Ma d'altra parte non lo aveva scelto lui. Come, invece, fece con Arrigo Sacchi: il resto è storia e tanti trofei.
Scelse, dopo di lui, Fabio Capello, che aprì un altro ciclo duraturo di vittorie. La storia di un grande club, però, è fatto anche di passi falsi ed anche alla voce esoneri Berlusconi nel Milan non si è fatto mancare niente. Da Alberto Zaccheroni a Massimiliano Allegri, da Óscar Washington Tabárez all'amato Filippo Inzaghi. Ha voluto bene a tanti, ma se c'era da vincere non transigeva. E che dire, poi, dei tantissimi colpi di mercato con i rossoneri.
Da Marco van Basten a Ricardo Kaká, passando per Andriy Shevchenko, ma anche ai 'bad boys' ripudiati e da lui sportivamente adottati come Kevin-Prince Boateng. Per Berlusconi così come per Galliani, domani, sarà dura entrare nello spogliatoio giusto. Il rischio che si sbaglino è alto: erano i padroni di casa, tornano da ospiti. Ma mai come nemici. Milan, il piano di rilancio di Cardinale: le quattro vie da seguire >>>
Clicca qui per: ESCLUSIVE | VIDEO| NEWS CALCIOMERCATO| TWITCH |YOUTUBE
© RIPRODUZIONE RISERVATA