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CHAMPIONS LEAGUE

Milan-Napoli, sfida tra modelli: Diavolo con Pioli e giovani di qualità

Stefano Pioli AC Milan Milan-Napoli Champions League
‘La Gazzetta dello Sport‘ oggi in edicola ha parlato di Milan-Napoli, partita di andata dei quarti di finale di Champions League, in programma domani sera alle ore 21:00 a ‘San Siro‘, ponendo a confronto i due club. Già,...

Daniele Triolo

'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola ha parlato di Milan-Napoli, partita di andata dei quarti di finale di Champions League, in programma domani sera alle ore 21:00 a 'San Siro', ponendo a confronto i due club. Già, perché Milan e Napoli sono due modelli economicamente e sportivamente virtuosi, diversi dalle altre big d'Europa.

Il Milan, con il Napoli, è la seconda squadra più giovane tra quelle qualificate ai quarti di questa edizione della Champions. L'età media dei giocatori scesi in campo è di 26 anni e 102 giorni; soltanto il Benfica è più giovane dei rossoneri con 26 anni e 89 giorni. Rossoneri e azzurri, però, primeggiano anche sul podio degli ingaggi meno 'pesanti'.

Milan-Napoli, confronto tra modelli di sostenibilità economica

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Il Milan, infatti, spende per gli stipendi dei suoi calciatori 79 milioni di euro lordi all'anno. Sono 9 in più di quelli impiegati dal Napoli, 37 più di quelli del Benfica, il cui monte stipendi si aggira intorno ai 42 milioni di euro. Una tra Milan e Napoli, dunque, porterà in semifinale del torneo una filosofia lontano anni luce dalle spese faraoniche delle big come Chelsea o Real Madrid che, per esempio, hanno un monte ingaggi che va dai 210 ai 290 milioni di euro.

Il modello milanista di sostenibilità funziona: alla prova del campo ha fornito risultati eccellenti. Paolo Maldini e Frederic Massara sono gli artefici della creazione di questa squadra. La sua guida, il tecnico rossonero Stefano Pioli ha lavorato su giocatori di qualità. Inizialmente grezzi, ma era un passaggio obbligato. Il Diavolo ha investito su giovani da far crescere, come Theo Hernández, Rafael Leão, Fikayo Tomori, Sandro Tonali, Pierre Kalulu e Ismaël Bennacer. Missione compiuta.

Il gruppo, poi, si è cementato pezzo dopo pezzo, con l'ausilio di qualche innesto di esperienza (Simon Kjær, Zlatan Ibrahimović, Olivier Giroud, poi Mike Maignan, arrivato a Milanello da campione di Francia). Mentre il valore della rosa cresceva, ha fatto notare la 'rosea', il Milan è riuscito a contenere i costi con una politica chiara e coraggiosa sugli ingaggi. I 7 milioni dati a Ibra nella stagione 2020-2021 l'unica eccezione, poi tetto salariale a 4, massimo 4,5 milioni di euro netti a stagione di ingaggio per i top player.

Pioli è la guida, poi tanti giovani forti. Un'età media bassa

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Qualche rinuncia dolorosa, quando i giocatori hanno avanzato richieste esagerate rispetto ai parametri economici del club, e tanti rinnovi di contratto che rientrano nel tetto salariale. Rafael Leão, ora, è in trattativa per diventare - come lo fu Ibra - il più pagato della rosa. Oggi, però, è tra i meno pagati dell'undici titolare rossonero, con 1,5 milioni di euro netti a stagione. Uno stipendio, però, destinato a crescere vertiginosamente con il prossimo contratto qualora dovesse giungere al rinnovo di contratto con il Milan.

Leao è un Under 25 con i numeri da campione: il prototipo del milanista di oggi. Come lui, tanti altri. Un Milan così giovane ai quarti di finale di Champions League, in fin dei conti, non lo si era mai visto. Quello del 1995, che arrivò alla finale di Vienna poi persa contro l'Ajax, aveva un'età media di 28 anni e 124 giorni. L'ultimo Milan vincente in Champions, quello del 2007, aveva invece un'età media di 29 anni e 283 giorni, con capitan Maldini che, all'epoca, ne aveva già 38. Anni luce distante da Davide Calabria che, a 26, è già un senatore della squadra di Pioli. Milan, assalto al gioiello del calcio inglese >>>

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