Riecco gli errori
—Così appena si passa dal Venezia, tenero come un grissino, allo spessore d’acciaio del Liverpool, ecco che riemergono i vecchi fantasmi e da una serata promettente spunta fuori una notte di clamorosi cedimenti e di piccole sventure fisiche, tipo quella capitata a Mike Maignan. Anche in questo caso c’è sempre da riflettere sulla scelta di promuovere il giovane Lorenzo Torriani, presa con eccesso di ottimismo o di superficialità. Già, perché durante il viaggio negli Usa Sportiello si ferì a una mano e le prove, incoraggianti, del giovanotto classe 2005, suggerirono di non tornare sul mercato così come hanno fatto di recente con Ismael Bennacer, che tornerà a gennaio, e il nucleo dei centrocampisti per questo motivo è ridotto all’osso.
Di chi è la colpa?
—Di chi siano le responsabilità non c’è più da interrogarsi in maniera pretestuosa. Sapete perché? Perché Zlatan Ibrahimovic, riapparso ieri sera dinanzi alle telecamere prima di accomodarsi in tribuna, è disposto a cancellare ogni dubbio, persino di rimproverare l’ex sodale Zvone Boban per una critica considerata fuori luogo (“non ho capito che ruolo ha Ibra”). «Sono io il boss» detta e ripete Zlatan in collegamento con il croato opinionista di Sky Sport. Naturalmente Ibra può e deve rispondere del piano complessivo e non direttamente dei deficit tattici emersi ancora una volta in difesa. È come se il tempo si fosse fermato e non ci fosse stato nessun cambio rispetto al Milan di Stefano Pioli. E la sonora sconfitta di ieri è la pessima preparazione, psicologica, al derby di domenica prossima che nasce sotto il segno di una sentenza annunciata. LEGGI ANCHE: Milan, Fonseca a rischio esonero? Pedullà: "Sarri aspetta il Diavolo"
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