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INTERVISTE

Milan, Pioli: “Scudetto? Non siamo partiti per vincere ma ci proviamo”

Stefano Pioli AC Milan

Stefano Pioli, tecnico del Milan, ha rilasciato ieri una bella intervista a 'DAZN'. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni più importanti

Daniele Triolo

Stefano Pioli, tecnico del Milan, ha rilasciato una bella e lunga intervista ai microfoni di 'DAZN'. Le sue dichiarazioni sono state riportate, questa mattina, da 'Tuttosport'. Alla precisa domanda sulla 'tensione da primato' del suo Milan, Pioli ha risposto così: "La sentiamo, ma la viviamo settimanalmente. Non siamo partiti per vincere il campionato o la Champions League, noi dobbiamo vincere sempre la prossima partita".

Pioli, sotto contratto con il Milan fino al 30 giugno 2022 ed in trattativa per il prolungamento del suo accordo, ha poi dichiarato di trovarsi davvero bene in rossonero. "Alleno il Milan che è uno dei club più prestigiosi al mondo, ora ho grande visibilità. Ho fatto tante esperienze nella mia vita, ho avuto bisogno di fare le mie tappe per arrivare a questo punto". La gavetta, in fin dei conti, è importante per tutti e, a questo proposito, l'allenatore di Parma ha svelato un retroscena dei suoi primi anni da tecnico.

"Ci sono state esperienze che mi hanno aiutato tanto. Il primo anno a Salerno andai da un titolare prima del derby contro il Napoli, andai da lui poco prima della partita per dargli una pacca sulla spalla e lui mi disse che l’allenatore ero e potevo fare le scelte che volevo, ma allo stesso tempo che non dovevo andare a coccolarlo. E’ stato un insegnamento, non vado mai a spiegare ai giocatori le mie scelte. Ovviamente la mia porta poi è sempre aperta, se un giocatore vuole delle spiegazioni basta che viene da me".

Nel Milan degli ultimi tempi, poi, ha avuto una grande mano dall'arrivo di Zlatan Ibrahimović. "Una delle cose più importanti è cosa dire prima e dopo le partite. Ora non dico più niente dopo le partite, da quando c’è Ibrahimović entro anche meno nello spogliatoio. Dopo le partite può esserci poca lucidità, preferisco parlare il giorno dopo. Ibra ha una mentalità e una forza interiore pazzesca, nonostante la sua carriera ha una grande voglia di giocare. Dentro di sé ha una motivazione incredibile che trasmette a tutti. Il suo arrivo ha aiutato tutti. Lui ha avuto una grande intelligenza e una sensibilità a entrare in un gruppo non ancora formato. Lui pretende tanto da se stesso e per questo pretende tanto anche dagli altri".

Ibra che, come si è notato nella sfida di Bologna quando è entrato Olivier Giroud, ora ama anche muoversi da regista offensivo: "Sono cose che proviamo durante gli allenamenti - ha detto a tal proposito Pioli -. E’ fondamentale avere i tempi giusti. Ibra è un campione che vede il calcio prima di tutti". Il suo Milan viaggia a ritmi altissimi, qual è il segreto? "In fase difensiva lavoriamo sempre meno di reparto, vogliamo portare la parità numerica nella zona della palla. In fase di impostazione la cosa fondamentale è lo smarcamento, bisogna muoversi e coprire gli spazi. Più ti muovi e più metti in difficoltà gli avversari. Nel calcio moderno è fondamentale l’intelligenza dei giocatori in campo".

Altri due importantissimi fattori che stanno conducendo il Milan nuovamente in alto sono la coesione del gruppo e la società. "Il club è sempre presente e ci dà grande supporto, questa è la forza della nostra squadra - ha detto Pioli sul Milan -. Paolo Maldini, Frederic Massara e Ivan Gazidis sono sempre presenti. Gianluigi Donnarumma e Hakan Calhanoglu sono stati fantastici fino all’ultimo momento. Al centro di tutto c’è sempre il Milan".

Infine, l'aneddoto che tutti i tifosi del Milan erano desiderosi di conoscere. Ovvero, il discorso fatto da Pioli alla squadra prima di Atalanta-Milan 0-2 dello scorso 23 maggio. La partita che ha riportato il Diavolo in Champions. "Di ogni giocatore ho detto un gesto che ha aiutato la squadra ad arrivare fin lì: di Franck Kessié erano i chilometri percorsi, di Fikayo Tomori era quanto era saltato in occasione del gol contro la Juventus a Torino, di ognuno ho detto una cosa particolare. Dopo quel discorso ho capito di aver fatto colpo sui miei giocatori. Quel discorso l’ho fatto prima di partire dall’hotel per andare allo stadio". Milan, arriva un figlio d'arte 'sponsorizzato' da Ibra'? Le ultime >>>

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