Stefano Pioli non dovrebbe più essere l'allenatore del Milan a fine stagione. Ma anche nel 2020 andò ad un passo dall'addio, poi ...
'Tuttosport' oggi in edicola ha fatto il punto su Stefano Pioli, allenatore che, sin dal suo arrivo al Milan, datato 9 ottobre 2019, convive con l'etichetta di 'traballante'. Soltanto nell'estate 2022, dopo aver vinto lo Scudetto, Pioli si è goduto qualche mese di serenità. Giusto il tempo di arrivare al gennaio 2023, alla crisi che ha coinvolto la sua squadra e che ha cambiato anche il modo in cui i tifosi rossoneri ora pensano alla loro guida tecnica.
Milan, Pioli evitò la cacciata già nel 2020
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Una tifoseria ferita, quella del Milan, da dodici mesi tutto sommato negativi del Diavolo di Pioli e dai cinque derby persi nel 2023. Ma, come ha evidenziato 'Tuttosport', già in tante occasioni Pioli ha superato gli ostacoli sul suo cammino. Doveva, per esempio, andare via al termine della stagione 2019-2020, per lasciare il posto in panchina a Ralf Rangnick, ma con una seconda parte di stagione da favola, post-Covid, si guadagnò conferma e primo rinnovo di contratto.
Si è detto, poi, che Pioli non fosse un tecnico in grado di far fare il salto di qualità al Milan e, nelle stagioni a seguire, sono arrivate qualificazione in Champions League dopo otto anni di assenza e il titolo nazionale dopo undici stagioni di digiuno. Quindi, sebbene sui social sia tornato a spopolare l'hashtag #PioliOut, ha portato i rossoneri - tra mille difficoltà - in semifinale di Champions l'anno passato.
Ciclo al termine? Sì, ma lui proverà a prolungarlo
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La sensazione, ora, ha spiegato il quotidiano torinese, è che nonostante il suo contratto scadrà soltanto il 30 giugno 2025, Pioli sia un 'dead man walking': il suo ciclo in rossonero sembra giunto al termine. Allenatori come Antonio Conte e Thiago Motta solleticano le fantasie del Milan e dei tifosi, ma, intanto, Gerry Cardinale - prima di Milan-Roma - è arrivato a ribadirgli pubblicamente la fiducia e il sostegno.