«Tijjani era nelle mire anche di alcuni club inglesi, con cui ho parlato esclusivamente attraverso degli intermediari. Solo con il Barcellona ho parlato direttamente, con Deco, il direttore tecnico; ho controllato la sua foto del profilo per vedere se fosse davvero lui. Ovviamente, è lusinghiero il fatto che lo avessero messo nel mirino; dopotutto, stiamo parlando del Barça, ma loro stavano cercando un sostituto per Sergio Busquets. Io ho detto subito a Tijjani: “Tu non sei quel tipo di giocatore. Prima che tu te ne accorga, finisci in panchina. E diventeresti l'ennesimo giocatore che fallisce all'estero”».
Al Barcellona non sarebbe stato adatto. Nel Milan è unico
—Il papà di Reijnders si occupa degli interessi del figlio e lo tiene ben lontano da agenti e procuratori di vario tipo. «Non ho idea - ha raccontato ancora Martin Reijnders, padre del numero 14 del Milan - di come si organizzino i club e gli agenti che ricevono certe cifre. Ma non è una mia preoccupazione. Il mio interesse è trovare il meglio per Tijjani. Secondo me, il 90% degli agenti non è di grande utilità». E insieme, i Reijnders, hanno scelto il Milan anziché il Barcellona, per una scelta sportiva ben precisa e delineata.
Ovvero, che il ragazzo giochi con continuità, in un contesto che tenti di esaltarne le caratteristiche, all'interno di un progetto tecnico che lo conti tra i perni centrali della squadra. Al Barcellona, l'olandese, per caratteristiche, non sarebbe stato adatto per sostituire Busquets. Al Milan, invece, uno come Reijnders è unico e praticamente insostituibile. LEGGI ANCHE: Fonseca ‘divide’ il Milan in titolari e riserve: un caso e due punti interrogativi >>>
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