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Il Milan non c’è più: club sotto processo, sono tutti responsabili

Daniele Triolo

Il Milan dello Scudetto si è sfaldato all'87' della partita di 'San Siro' contro la Roma. Da allora soltanto batoste, gol incassati e crisi

Il 'Corriere dello Sport' oggi in edicola ha sottolineato come il Milan dello Scudetto, di fatto, non esista più. Quella squadra lì, infatti, è evaporata al minuto 87 di Milan-Roma, con il gol di Roger Ibañez che ha rimesso in corsa i giallorossi fino al gol del 2-2 finale di Tammy Abraham arrivato in pieno recupero.

Vincendo quella partita, il Milan sarebbe rimasto a -5 dal Napoli e in corsa per lo Scudetto. Da quei minuti di recupero contro i giallorossi, invece, è iniziato il tracollo. In un solo mese, i rossoneri sono scivolati a -18 dai partenopei, sono usciti dalla Coppa Italia, hanno perso la Supercoppa Italiana e hanno subito 4 sconfitte consecutive nelle ultime 4 partite.

Le responsabilità, però, non sono soltanto di Stefano Pioli e dei giocatori secondo il 'CorSport'. La crisi è conseguenza di tanti fattori. Certe dinamiche interne, per esempio, hanno prodotto tensioni i cui effetti stanno emergendo adesso ed era soltanto questione di tempo perché venissero a galla.

Milan, tutti colpevoli della crisi nera

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Affinché il Milan si riprenda, deve ritrovare compattezza e unità d'intenti. Il momento nero potrebbe trasformarsi in un'opportunità per chiarimenti e scelte definitive. Quel che è certo è che dal tunnel uscirà un Milan diverso, probabilmente con alcuni volti nuovi. L'importante, però, è che si creino i presupposti perché non si ripetano più momenti così.

Per il quotidiano romano, la proprietà deve essere più presente. Gerry Cardinale, dopo l'acquisto del Milan, è tutto tranne che un punto di riferimento per il Milan. A Riyad, quando c'era l'occasione di vincere il primo trofeo come proprietario del club rossonero, non si è fatto vedere. Ma c'era Gordon Singer, il vecchio proprietario.

Il tramite di Cardinale è il nuovo amministratore delegato, Giorgio Furlani. Poi, andrebbero investiti più soldi sul mercato. Se il Milan vuole tornare all'altezza della sua storia e del suo prestigio, non può circoscrivere i margini di manovra e la proprietà non può respingere regolarmente ogni richiesta d'eccezione.

Paolo Maldini, direttore tecnico rossonero, non è d'accordo con questa filosofia. E, infatti, le voci di tensioni con la proprietà si rincorrono con regolarità. Arriva il momento in cui occorre fare di necessità virtù. Oppure decidere di farsi da parte. Maldini, con Frederic Massara, hanno voluto continuare. Ma, a differenza dell'estate 2021, il calciomercato estivo 2022 è stato un flop. A cominciare da Charles De Ketelaere, costato 35 dei 50 milioni di euro di budget per l'intero mercato 2022-2023.

Quando le risorse scarseggiano, poi, il player trading diventa un percorso obbligato. Il Milan, però, fa fatica a vendere. Chi va via, quasi sempre, lo fa a parametro zero. È complicato immaginare di proseguire in questo modo. L'unità, poi, che esisteva tra l'area tecnica e mister Pioli, nell'ultimo periodo, ha subito più di uno scossone. Maldini e Massara non hanno gradito, secondo il quotidiano romano, una bocciatura così evidente del mercato estivo.

Pioli ha bocciato il mercato estivo

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Invece, Pioli non sembra avere proprio fiducia nei nuovi. La rigidità si è trasferita anche nel sistema di gioco. Il Milan dello Scudetto, sulla trequarti, giocava con un centrocampista. Quello attuale, schiera un numero 10 vero, sia CDK o Brahim Díaz. Finché i mediani hanno retto, il sistema ha tenuto. Poi ha cominciato ad affondare. Pioli aveva promesso di cambiare dopo la Supercoppa Italiana e non l'ha fatto, cominciando ad affondare.

Lo ha fatto nel derby di campionato, in modo drastico ed esagerato. Il dubbio è che abbia perso il controllo, ha evidenziato il 'Corriere dello Sport'. Proseguirà con la difesa a tre. Ma se non vincerà in Milan-Torino di venerdì sera a 'San Siro', la sua panchina potrebbe cominciare a traballare. La qualificazione alla Champions League 2023-2024, tanto per motivi di prestigio quanto economici, infatti, è un traguardo obbligato.

Qualche giocatore, poi, dovrebbe iniziare a dare qualche segnale, invece di farsi coinvolgere dalla negatività. Il grave infortunio di Zlatan Ibrahimovic, forse, ha inciso più dal punto di vista mentale che tecnico. Il sospetto è che il gruppo abbia perso la sua guida e che la personalità esibita in passato fosse dovuta soltanto alla sua presenza. Nel momento in cui è mancato a Milanello, infatti, sono emerse immaturità e debolezza caratteriale. Conte o De Zerbi al posto di Pioli? Ecco cosa abbiamo scoperto >>>