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Stefano Pioli (allenatore AC Milan), durante una conferenza stampa a Milanello | Milan News (Getty Images)
Non parla nessuno, nessuno dice nulla in casa Milan, se non i soliti. Il motivo è molto semplice: tutti sanno cosa succederà dopo il 26 maggio, ma per rispetto nei confronti di Stefano Pioli e delle tre partite ancora da giocare si è scelto di rimanere in silenzio. È giusto che Pioli abbia una fine di alto livello, così come di alto livello sono stati i suoi cinque anni: due secondi posti, una semifinale di Champions League e uno Scudetto. Non parlare di nuovi allenatori serve anche per arrivare alla risoluzione del contratto, visto che Pioli è destinato al Napoli. Questo silenzio, però, non fa bene, anzi: i tifosi e non solo hanno la percezione di una dirigenza debole, mentre tutti cercano di ipotizzare i candidati più disparati. La sensazione, si legge sul Corriere dello Sport, però è che in realtà la scelta sia stata presa e si aspetti solo il semaforo verde.
Ecco perché l'effetto tutto e subito non è praticabile in questo Milan, che ha ancora tre partite da fare e una situazione delicata da gestire. Discorso simile per quanto riguarda il mercato. Il piano potrebbe essere ben definito, ma ovviamente ci si guarda bene dal renderlo noto. Quindi partono le speculazioni e le ipotesi, anche in questo caso, più disparate. Bisogna capire che l'epoca di Berlusconi e Galliani è passata. Che il Milan che comprava Desailly di nascosto dal presidente per necessità è passato. Ormai è tutto diverso. Non significa che sia migliore. LEGGI ANCHE: Milan, quante stoccate di Pedullà a Leao: "Ha un difetto mica da ridere ..." >>>
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