'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola ha parlato della lotta Scudetto tra Milan e Inter, separate da due punti in classifica (77 i rossoneri, 75 i nerazzurri a tre giornate dalla fine della Serie A), ma anche da due modelli gestionali totalmente agli antipodi. Dal 2016, ovvero dall'anno in cui il gruppo 'Suning' rilevò l'Inter da Erick Thohir, il Biscione ha adottato una strategia aggressiva: da Nanchino, infatti, sono arrivati quasi 600 milioni di euro tra versamenti in conto capitale, prestiti e contratti commerciali nei primi due anni.
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Miracolo Milan: lotta per lo Scudetto spendendo molto meno dell’Inter
Il Milan di Stefano Pioli, tra stipendi ed ammortamenti, è la più virtuosa delle prime quattro squadre del campionato di Serie A. Le cifre
Ecco perché l'Inter ha aumentato la sua potenza di fuoco sul mercato, arrivando a mettere in panchina Antonio Conte e in attacco Romelu Lukaku. Poi, però, 'Suning' è entrata in crisi e, pertanto, in casa nerazzurra ci si è trovati costretti a gestire un debito sempre maggiore. La passata estate è stata avviata un'opera di riduzione delle spese, ma, allo stato attuale dei fatti, l'Inter mantiene sempre un livello elevato di costi. Ha chiuso la stagione 2020-2021 in passivo di 246 milioni di euro. Quest'anno dovrebbe chiudersi intorno ad un passivo di 100.
Il Milan, invece, è passato dall'inadempiente Yonghong Li al fondo Elliott nel 2018. L'hedge fund statunitense ha ereditato un quadro debitorio pesantissimo e, dunque, ha destinato gran parte delle risorse alla copertura delle perdite gestionali pregresse per un totale di 560 milioni di euro. A quel punto, ha imposto una politica ferrea in materia di calciomercato, che si è tradotta, ha rivelato la 'rosea', in una valutazione rigorosa delle poste in uscita, attraverso un comitato di investimenti partecipato dalle diverse aree del club.
Il club rossonero ha messo un tetto agli stipendi, non ha mai partecipato ad aste sui calciatori nel mercato, ha rinunciato ai rinnovi di contratto di giocatori come Gianluigi Donnarumma, Hakan Çalhanoğlu, e, ora, Franck Kessié. Perché chiedevano di più di quanto il Diavolo valutasse il loro apporto nella squadra. Contestualmente, Elliott ha stanziato mediamente 60-70 milioni di euro all'anno (al netto delle cessioni) per il calciomercato.
Così facendo, il rosso in bilancio del Milan si è ridotto. Nel 2020 il club era in perdita per 195 milioni di euro; l'anno scorso lo era per 96; si prevede che, a giugno di quest'anno, il passivo sia massimo di 50-60 milioni di euro. Le due squadre, Milan e Inter, si lottano lo Scudetto, di fatto, essendo l'una l'opposto dell'altra. Prendendo in esame, infatti, la spesa sportiva (somma stipendi del personale tesserato più gli ammortamenti per i calciatori), scopriamo dei dati interessanti.
Il Milan spende i due terzi dell'Inter. Il club di Via Aldo Rossi paga ai tesserati 110 milioni di euro in stipendi e ha un carico ammortamenti di 65 milioni di euro, totale 175. Il club di Viale della Liberazione, al contrario, spende 160 milioni di euro in stipendi e ben 110 in ammortamenti. Totale 260. Un gap notevolissimo, su base annua. Il fatto che il Diavolo preceda i cugini in classifica in campionato suona davvero come un piccolo miracolo.
Tra le prime quattro di testa, oltretutto, il Milan è il club più virtuoso. Il Napoli, infatti, spende 215 milioni di euro totali e la Juventus ben 370. Anche per costo dei cartellini il Milan si contiene molto di più rispetto all'Inter: se i rossoneri cumulano 240 milioni di euro, l'Inter arriva a 340. Anche nelle strategie di mercato, la differenza di movimento è ampia: i nerazzurri hanno sempre puntato sul player trading, in entrata e in uscita. Il Diavolo, invece, ha centellinato spesso le transazioni ricorrendo ai prestiti. Milan, il bomber arriva grazie ad uno scambio? Le ultime news di mercato >>>
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