Il Milan vince per 0-1 sul campo del Monza: è la terza vittoria grazie a un gol di scarto dei rossoneri di Pioli, stavolta grazie a Messias. Ne parla l'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport.
MONZA-MILAN
Monza-Milan, Pioli e il “cortomusismo”: terzo 1-0 di fila
Monza-Milan, Pioli e il "cortomusismo"
—Dopo i successi contro Torino e Tottenham, si legge, un’altra vittoria rilancia Pioli. I brianzoli recriminano per un palo di Ciurria. Terza vittoria di fila, tutte e tre per 1-0. Il Milan si è convertito al “cortomusismo” e va bene così. Il Milan si è reinstallato con forza e credibilità nella zona Champions. Il prezzo da pagare Il nuovo assetto convince per la praticità, per la messa in sicurezza: non più sbandamenti né collegamenti. Era da agosto che il Milan in campionato non infilava due giornate senza subire gol. Il Milan aveva segnato nel primo tempo con Junior Messias, un gran sinistro a conclusione di un’azione concitata, nata da un contrasto vinto dallo stesso brasiliano a centrocampo. In precedenza Leao aveva scosso un palo. Nella ripresa i pioliani avevano goduto di due gigantesche opportunità per raddoppiare, con Theo Hernandez protagonista nel bene e nel male. Due ripartenze lunghe. Sulla prima, avviata da Diaz e rifinita da Leao, Hernandez ha acceso il turbo e si è presentato davanti a Di Gregorio, peccato per lui che il tiro sia stato infelice.
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Sulla seconda, si legge, Hernandez è filato via sulla sinistra, ha crossato e ne è nato un ping pong, culminato in un tiro di Tonali respinto da Di Gregorio e in un assist di Saelemaekers per De Ketelaere a due metri dalla porta. Il belga è riuscito a impappinarsi e a tirare addosso a Pessina. De Ketelaere non ce la fa a bucare la bolla malefica in cui è rinchiuso. È vittima di un blocco psicologico ed è inutile accanirsi. Serviranno altre massicce dosi di pazienza e psicologia. Fallito il secondo gol, il Milan si è auto-condannato a un finale di resistenza pura. Il Monza è rimasto dentro la partita fino all’ultimo secondo, lo spettro di un pareggio rovinoso volteggiava sulla panchina di Pioli.
Nella ripresa il Monza si è impadronito del gioco, ha quasi rinserrato il Milan nella sua metà campo e lo ha costretto a nutrirsi di speculazioni, di contropiede in cui si esaltavano la tecnica e la velocità di Diaz, la potenza di Leao e Hernandez, ma da questa fase Palladino ha ricavato soltanto il grande rimpianto del palo colpito da Ciurria, con Tatarusanu salvo grazie soltanto a una carambola fortunata. A un certo punto sembrava che ci fosse uno scambio di ruoli. Il Monza giocava con il cipiglio della grande squadra e il Milan si proteggeva con il pragmatismo della provinciale sopra di un gol. La differenza l’hanno fatta gli interpreti. Se le diversità di valori individuali sono marcate, è difficile che il gioco le compensi.
Il giovane Thiaw si è installato al centro, tra Kalulu e Tomori, e ha comandato la linea con autorevolezza, come se fosse lì da tempo. Thiaw è l’uomo manifesto del cambiamento delle ultime settimane di Pioli, nessuno si aspettava che fosse così pronto. È giusto che il Milan si goda l’attimo, non era facile riemergere dall’abisso in cui era precipitato. Pioli ha scelto di parametrarsi sugli avversari, scelta legittima, ma a emergenza finita dovrà inventarsi qualcosa per rendere meno faticose partite come quella di ieri, contro un Monza disegnato benissimo da Palladino, ma non all’altezza del Milan quanto a individualità. Calciomercato Milan – L’attaccante del futuro dal Brasile?
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