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(credits:gazzetta.it)
La Gazzetta dello Sport, nell'edizione odierna, ha fatto un punto sulla morte di Davide Astori, contattando diversi specialisti del settore. Bruno Carù, cardiologo di fama internazionale, prova subito a chiarire la vicenda: "È vero, lo si pensa, è naturale. Ma non è corretto perché purtroppo esistono situazioni sommerse che possono portare a queste tragedie. Prima di tutto bisogna scoprire le cause di quanto è accaduto, trovare una ragione. Naturalmente si dà la colpa al cuore, ma può essere che l'evento non sia direttamente riconducibile al cuore: penso per esempio a un aneurisma cerebrale, che non è facilmente diagnosticabile".
Anche Fabio Pigozzi, presidente della Federazione mondiale di medicina spotiva e rettore dell'Università del Foro Italico, cerca di chiarire il punto : "Non è corretto fare delle ipotesi finché non avremo i dati dell'esame autoptico. Un dato è certo: questo è un caso di morte improvvisa di un atleta di élite che non è accaduto né in allenamento né in partita e quindi non c'è un rapporto fra esercizio fisico e morte improvvisa come in altri casi".
Giulio Altamura, ex primario di cardiologia al Pertini di Roma, spiega come sia complesso intervenire in caso di arresto cardiaco: "Purtroppo la maggior parte degli arresti cardiaci avviene di notte, nel sonno. E qui le possibilità di intervenire si annullano".
Carlo Tranquilli, responsabile di diverse Federazioni, tra cui l'under 21, ha specificato che "purtroppo non c'è niente di nuovo, con i controlli si abbassa di molto il rischio di morte. Siamo fra i primi al mondo, con lo screening che facciamo in italia e i controlli pre gara per gli atleti professionisti si possono abbassare i rischi di morte improvvisa dell'89%, ma non del 100%".
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