Berlusconi, ex proprietario del Milan, è morto a 86 anni
—Alla cerimonia, che sarà presieduta dall'arcivescovo metropolita di Milano, monsignor Mario Delpini, ci sarà anche Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica. Domani, poi, sarà anche lutto nazionale: è prevista l'esposizione delle bandiere italiana ed europea a mezz’asta negli edifici pubblici di tutto il territorio nazionale, nelle ambasciate e nei consolati.
Il calcio lo ricorderà formalmente fino a domenica con un minuto di raccoglimento prima dell'inizio di ogni gara ufficiale di tutte le competizioni in programma fino al termine della settimana. Berlusconi era ricoverato da venerdì scorso al 'San Raffaele' per accertamenti legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo. I valori del sangue erano sballati e Alberto Zangrillo, il suo medico di fiducia, lo aveva trattenuto per nuove analisi.
Secondo la 'rosea', però, tutti però sapevano che la situazione si era aggravata e un vero recupero sarebbe stato impossibile. Nessuno invece si aspettava un nuovo attacco della leucemia, un peggioramento così netto. Zangrillo è arrivato di corsa al 'San Raffaele' l'altro ieri notte verso le ore 04:00 e già poco prima delle ore 06:00 si era capito che Berlusconi, questa volta, non ce l'avrebbe fatta.
Il fratello Paolo e i figli sono arrivati di corsa quando la situazione si è aggravata. Alle ore 09:30, come detto, Berlusconi è scomparso. Ieri, quindi, è stato il giorno dei messaggi, dei ricordi, delle testimonianze. Già al mattino tantissime persone sono arrivate all'ospedale con bandiere di Forza Italia, maglie del Milan. Qualche testata ha ricordato l'uomo politico, sguazzando tra scandali e idee non condivise. Tutti d'accordo sul Berlusconi Presidente di calcio, invece: uno dei più grandi di sempre.
Ha vinto tutto con stile. Il suo Milan è stato unico
—La 'rosea' ha evidenziato come Berlusconi sia stato un vincente. Ha vinto, però, a modo suo, imponendo uno stile che, a distanza di 37 anni dal suo ingresso nel Milan, oggi sembra 'normale'. Puntava alla grandezza, al bel gioco prima ancora che ai trofei. Amava il talento puro, la difesa a quattro e il trequartista. Non è mai stato anti-Inter, Juventus o Napoli. Tifava per i nerazzurri nelle coppe, non ha preso Diego Armando Maradona per non turbare Napoli, né strappò mai Roberto Baggio alla Juventus perché l'Avvocato Gianni Agnelli gli chiese di 'non esagerare'.
Ha costruito tanto, dal nulla. Tra campioni e gioco, ambizioni e vittorie, il suo Milan è stato unico e sicuramente irripetibile. Milan, un vice Bennacer di qualità per Pioli >>>
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