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Sinisa Mihajlovic, ex allenatore del Torino (credits: GETTY Images)
Sinisa Mihajlovic, ex allenatore del Milan, ora attualmente al Bologna, nel giorno del suo cinquantesimo compleanno ha concesso un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "I capelli lunghi e i riccioloni di quando ero ragazzo hanno lasciato il posto ai capelli bianchi. Si sono pure diradati, e ora li difendo come prima coprivo i miei portieri. Eppure per l’energia e l’entusiasmo, me ne sento 20 in meno. Anche se certe volte penso di averne 150, per tutto quello che ho già vissuto. L’adolescenza in Serbia, la carriera, l’Italia e le tante città, sei figli, la povertà, i successi, l’agiatezza. Ma anche due guerre, le ferite, le lacrime… Oggi se mi guardo indietro posso dirlo: Sinisa, quanta vita hai vissuto".
Sui derby: "Quello di Belgrado non è paragonabile a nessun altro, è molto di più di una partita. L’atmosfera del Marakanà è qualcosa che non si può spiegare. Quello di Milano è la nobiltà del calcio. A Roma è sfottò tutto l’anno: ai miei tempi la Lazio era un album di figurine: solo in difesa io, Stam, Couto, Nesta… In attacco la Roma aveva Totti, Batistuta, Montella e Delvecchio. Auguro a Roma di rivedere tutti insieme giocatori così. A Genova le coreografie più belle. A Torino vibra la voglia granata di ribaltare le gerarchie".
Sui presidenti avuti: "Il calcio mi ha permesso di conoscere un’infinità di personaggi. Politici, artisti, attori… E ho avuto come presidenti figure che hanno segnato la storia politica ed economica italiana. Berlusconi resta un personaggio incredibile, ma lo avrei voluto presidente 15 anni prima. L’epopea di Cragnotti si intreccia con una fase dell’Italia che poi è finita nei tribunali, io conservo l’immagine di un uomo che fece della Lazio un Luna Park per i tifosi. Moratti un signore come non se ne trovano più".
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