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Tuttosport – Silva: “Giampaolo, un maestro di calcio”

Massimo Silva, qui sulla panchina dell'Ascoli in Serie B (credits: GETTY Images)

Massimo Silva, allenatore che, nel 2005, ha 'duettato' in panchina in Serie A con l'Ascoli insieme a Marco Giampaolo, ha parlato del neo-tecnico rossonero

Daniele Triolo

ULTIME MILAN - Il quotidiano 'Tuttosport' oggi in edicola ha intervistato Massimo Silva, allenatore che, nel 2005, ha 'duettato' sulla panchina dell'Ascoli, in Serie A, con Marco Giampaolo. Queste le dichiarazioni di Silva sul neo-tecnico del Milan:

Sull'esordio del 28 agosto di quell'anno, al 'Del Duca', proprio contro il Milan: "È stato un esordio incredibile, perché ci avevano ripescato da pochi giorni. Arrivarono 4-5 giocatori proprio in quella settimana. Il Milan alla prima giornata ed io e Marco cercavamo di capire come prepararla al meglio. Quella domenica ci fu il diluvio universale e il campo era allagato. Giocammo con delle riserve, ma fu una partita straordinaria perché le condizioni del terreno ci favorirono e andammo anche in vantaggio. Poi segnò Andriy Shevchenko e finì in pareggio".

Sulla grande chance della carriera di Giampaolo:  "È arrivato ad alti livelli in ritardo, secondo me. Ha fatto tanta gavetta e ha studiato molto. È un allenatore vero, da campo, un po’ come Sarri. Crede molto nel suo lavoro e i frutti si vedono. Sono molto fiducioso che possa fare bene".

Sul fatto che sia stato scelto da Paolo Maldini e Zvonimir Boban: "È molto importante avere dalla tua parte gente di quella levatura e di quella fama. Ma lo hanno scelto per la sua cultura del lavoro, con i suoi metodi che sono diversi da molti altri allenatori. Ci vuole molta partecipazione sul gioco di Marco e loro due possono incentivare i giocatori a credere nel loro allenatore. I risultati, negli anni addietro, si sono visti con giocatori di caratura media che hanno giocato per dieci anni in Serie A dopo esser passati dal suo sistema di lavoro".

Su Giampaolo motivatore: "Lo apprezzi una volta che lo hai capito e poi dai tutto. Perché Marco dà degli insegnamenti calcistici veri. È quella la vera motivazione. È molto bravo nella didattica, il che non guasta mai visto gli allenatori che girano ad alti livelli".

Sulla loro collaborazione: "Io sono più pragmatico, mentre lui cercava uno stile per farsi notare. Voleva attaccare sempre. Una volta, in un'amichevole contro una squadra di dilettanti, facevamo 0-0 e soffrivo perché volevo i gol, ma lui sosteneva che fosse più importante il gioco di squadra. Poi c'è l'episodio di Ascoli-Juventus, quando lui decise di andarli a prendere alti e dopo 15 eravamo già sotto 0-3 ... lui ha sempre avuto questa mentalità".

Sulla possibilità di vedere Lucas Paqueta o Hakan Calhanoglu come trequartista: "A me piace Calhanoglu, ma penso che Paqueta potrebbe essere più determinante in quella posizione, col turco mezzala".

Su Ismael Bennacer: "È un bel giocatore, ma chiunque arriverà per giocare davanti alla difesa dovrà avere l’attitudine mentale nel far girare la squadra con velocità. Al massimo, se non la avrà, ci penserà Marco a dargli il turbo". 'La Gazzetta dello Sport', intanto, ha dedicato un approfondimento ai metodi di lavoro di Giampaolo: per i dettagli, continua a leggere >>>

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