Il Milan, come ormai noto, ha intenzione di costruire il suo nuovo stadio - da solo, senza l'Inter - nell'area dell'ippodromo La Maura, a Milano. L'idea del club di Via Aldo Rossi, però, secondo quanto scritto da 'La Gazzetta dello Sport' in edicola questa mattina, deve fare i conti con le divisioni politiche, il 'no' dei cittadini della zona, un cambio di destinazione dell'area in oggetto e la creazione di un nuovo ente autonomo di diritto pubblico che gestirà il Parco Sud.
NUOVO STADIO
Stadio Milan a La Maura? Ecco di nuovo vincoli, politica e burocrazia!
Oltre al fatto che, per quell'area, è stato già sottoscritto un preliminare di compravendita tra gli attuali proprietari - Snaitech - e F3A Green. L'idea del Milan di fare il suo nuovo stadio a La Maura, dunque, potrebbe aver bisogno di molto tempo per potersi concretizzare. C'è l'alternativa dell'accordo di programma, un percorso che dovrà essere proposto dalla Regione Lombardia. Ma, ad ogni modo, non si tratta di una strada breve o in discesa.
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—Il Milan, lo scorso 28 febbraio, ha manifestato la sua volontà di realizzare il suo nuovo stadio a La Maura in un incontro con Giuseppe Sala, Sindaco di Milano. Il quale ha chiesto a Paolo Scaroni, Presidente del Milan, di verificare entro tre settimane (teoricamente entro martedì 21 marzo) la fattibilità del progetto. Non è una tempistica vincolante, ma il club di Via Aldo Rossi non potrà andare troppo oltre quella data per rispondere ufficialmente al Primo Cittadino.
Per l'area di La Maura ci sono diversi soggetti da mettere d'accordo, i vincoli paesaggistici e di natura giuridica legati alla normativa che regola il Parco Sud, che è un parco agricolo. Il quale passerà dalla gestione della Città Metropolitana ad un nuovo ente autonomo di diritto pubblico. Un ente che necessita di un anno per essere costituito, qualche altro mese per essere operativo e di un percorso che porterà a stabilire nuove regole edilizie all'interno del Parco Sud.
Un iter di tre anni o forse più. Il Milan, probabilmente, intende accorciare le tempistiche grazie allo strumento legislativo dell'accordo di programma. Da qui si spiegherebbero gli incontri con il Comune di Milano e con la Regione Lombardia. Con questo accordo sarebbero superati i vincoli paesaggistici e urbanistici. Anche se ci vorrebbe comunque un accordo tra tutti gli enti pubblici: Regione Lombardia, Città Metropolitana, Comune di Milano, Ente Parco Sud e i proprietari de La Maura, al momento Snaitech.
Per arrivare all'accordo di programma serviranno mesi, tra le procedure amministrative e le opposizioni, politiche e non solo. L'Ente Parco Sud non vuole vedere alterata una parte del suo eco-sistema per realizzare, oltre ad uno stadio da 70mila posti, anche parcheggi e interventi per la viabilità. Il lotto de La Maura (17 ettari), di fatto dovrebbe essere 'stralciato' dal Parco Sud. Pur avendo destinazione ad uso sportivo, dovrebbe diventare edificabile per costruire le tribune ed altre strutture base.
Il Diavolo pensa sempre anche a San Donato e Sesto
—Vale a dire, ha spiegato la 'rosea', tutto quello che non è legato a esercizi commerciali (negozi), ricettivi (hotel) e di ristorazione o a uffici. Nel progetto del nuovo stadio di Milan e Inter in zona San Siro c’erano e finanziavano in parte l’opera complessiva. Possibile costruire un nuovo impianto che non li preveda per evitare il “consumo del suolo” che Sala vorrebbe fermare? I rossoneri si tengono anche le soluzioni alternative a San Donato Milanese e a Sesto San Giovanni, ma per il momento la priorità è La Maura.
Sala spinge affinché Milan e Inter in futuro non giochino fuori Milano. All'interno della sua maggioranza, però, c'è chi non vede di buon occhio un cambio di destinazione dell'area La Maura. Non si tratta soltanto dei Verdi. I cittadini della zona, poi, domenica 19 marzo vorrebbero circondare con una catena umana il perimetro de La Maura. Una protesta per dire di no al cemento nel Parco Sud. Lo vogliono tutti, c'è anche il Milan. Le ultime di mercato >>>
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