"Per la prima volta nella sua storia in Champions League, il Milan è andato in campo tutto straniero, allineando però più francesi del Psg nelle cui fila c’era l’unico italiano (Donnarumma), alle prese con la partita del cuore e l’impietosa contestazione degli antichi tifosi. Anche in trasferta, non l’hanno ancora perdonato, riservandogli cori ostili e insulti beceri, chiassoso prologo di ciò che accadrà il 7 novembre a San Siro. Tatticamente bloccata dagli schieramenti a specchio, la partita ha sussultato prima con il tiro di Mbappé parato da Maignan e poi con una conclusione di Leao. Mbappé e Leao erano i protagonisti annunciati dell’incontro e volevano onorarlo. Il primo c’è riuscito alla grande, il secondo no: la Champions dovrebbe essere l’habitat naturale del portoghese, ma ancora non lo è. Mbappé, invece, è Mbappé: chi, se non lui, imbeccato alla mezz’ora dal diciassettenne Zaire-Emery, poteva rompere gli argini fulminando Tomori e Maignan con una giocata degna della sua fama che in Champions ha prodotto numeri impressionanti (65 presenze, 42 gol e 20 assist: chapeau). I Riccardi, la famiglia milanista vicina di casa presso la quale Kylian ha trascorso molti giorni della sua infanzia, hanno raccontato come il piccolo diavolo fosse talmente rossonero da scagliare il telecomando contro il televisore quando il Diavolo perdeva. Al Parco dei Principi, nella porta di Maignan il fuoriclasse del Psg ha scagliato un pallone imprendibile. Pioli ha un solo centravanti di ruolo, stoico stanakovista dannatamente solo. Purtroppo, si vede. Domenica, a Napoli, ci sarà da soffrire". Le pagelle post-partita dei rossoneri secondo la nostra redazione >>>
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