Cardinale sta lavorando a questa soluzione perché vuole tenersi il Milan. E vuole prolungare la scadenza del 'vendor loan' almeno di un altro triennio, fino al 2028. Le nuove tempistiche del rifinanziamento sono tuttora oggetto di trattativa e sono chiaramente legate al tasso d’interesse. Non va escluso - secondo la 'rosea' - che in gioco possa entrare un altro fondo. Insomma c’è ancora da lavorare, ma l’indirizzo preso è chiaro: Cardinale non pensa a un disimpegno.
Secondo il quotidiano sportivo nazionale, a spingere Cardinale ad andare avanti non c'è soltanto la voglia di arricchire la bacheca del Milan. Egli è convinto che, grazie agli ultimi due bilanci conclusi in attivo e ad un fatturato record nella storia rossonera (457 milioni di euro), il club abbia grandi potenzialità. Per il valore del brand AC Milan, fortissimo negli U.S.A. e in Cina, ma anche per la prospettiva della realizzazione del nuovo stadio.
Ricavi, stadio, proventi Champions: perché andare via ora?
—In corso, infatti, c'è una trattativa per costruire un nuovo stadio, condiviso con l'Inter, accanto all'attuale impianto 'Giuseppe Meazza', in zona San Siro. Uno stadio di proprietà innalzerebbe i ricavi e il valore della società. E poi, con i proventi della nuova Champions League, maggiori rispetto a quelli degli anni passati, ora non avrebbe senso alzarsi dal tavolo rossonero. Motivo per cui RedBird e Cardinale hanno fissato nella qualificazione alla Champions League 2025-2026 l'obiettivo minimo stagionale.
La trattativa tra Cardinale e i Singer per il rifinanziamento del debito dovrà concludersi, ha chiosato 'La Gazzetta dello Sport', entro agosto, quando scadranno i termini dell'attuale 'vendor loan'. E se Cardinale, alla fine, non riuscisse nel suo intento? Elliott - come fece con Yonghong Li nel 2018 - escuterebbe il pegno e si riprenderebbe il Milan. Un'eventualità, però, della quale RedBird è convinta che non si concretizzerà. LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan – Clamoroso: il Diavolo soffia l’attaccante all’Inter >>>
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