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RASSEGNA STAMPA

RedBird vs Oaktree: il derby americano che governa Milano

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RedBird e Oaktree, i due fondi che controllano i club meneghini, hanno strategie, risorse e obiettivi diversi: il derby societario
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

Nel calcio italiano, gli investitori americani non sono tutti uguali. Basta guardare il derby di Milano, che non si gioca solo sul campo ma anche nei consigli d’amministrazione di Milan e Inter. RedBird e Oaktree, i due fondi che controllano i club meneghini, hanno strategie, risorse e obiettivi diversi, sebbene entrambi puntino a valorizzare il proprio asset e ottenere il massimo ritorno economico.

Modelli di proprietà a confronto

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Come riferito dalla Gazzetta dello Sport, la principale differenza tra le due proprietà sta nella modalità di acquisizione. RedBird ha acquistato il Milan nel 2022 per 1,2 miliardi di euro, ma ha dovuto farsi prestare parte dei fondi dall’ex proprietario Elliott, a cui è ancora esposto per 489 milioni, dopo aver rimborsato 170 milioni e posticipato la scadenza del debito al 2028. Questo significa che Elliott mantiene un ruolo attivo nella governance del club, con due rappresentanti nel consiglio d’amministrazione, tra cui Gordon Singer, voce influente nelle scelte strategiche. Inoltre, RedBird ha puntato sulla continuità, confermando nel management due ex dirigenti Elliott: Giorgio Furlani (amministratore delegato) e Stefano Cocirio (CFO).


L’Inter, invece, è finita nelle mani di Oaktree in modo ben diverso: il fondo californiano aveva concesso un prestito di 275 milioni di euro al precedente proprietario Steven Zhang, il quale, non essendo riuscito a rimborsarlo, ha perso il controllo della società. Oaktree ha quindi escusso il pegno sulle quote nerazzurre, diventando il nuovo proprietario senza dover rendere conto a terzi. Questo garantisce maggiore autonomia nella gestione e nella pianificazione a lungo termine, con l’obiettivo di rendere l’Inter sostenibile e aumentare il valore del club in vista di una futura cessione.

Bilanci e sostenibilità

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Le divergenze tra Milan e Inter si riflettono anche nei conti. Il Milan ha chiuso gli ultimi due esercizi con un piccolo utile (+6 milioni e +4 milioni) e quest’anno prevede un bilancio in pareggio o una lieve perdita. Il club rossonero ha inoltre un vantaggio significativo: non ha debiti bancari, ad eccezione delle anticipazioni sui crediti. Tuttavia, nel 2025-26 dovrà affrontare l’assenza della Champions League, un colpo che impatterà sui ricavi.

L’Inter, invece, ha ridotto progressivamente il deficit fino ai -36 milioni del 2023-24 e in questa stagione può contare sui ricchi premi delle competizioni europee, avvicinandosi all’equilibrio contabile. Tuttavia, il club nerazzurro ha un nodo finanziario più pesante da gestire: un bond da 415 milioni di euro, che comporta interessi annui per circa 30 milioni. Per alleviare il peso del debito, Oaktree ha già riacquistato una quota da 15 milioni.

Il futuro passa dallo stadio

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Su un punto, RedBird e Oaktree convergono: il nuovo stadio di Milano. Entrambi i fondi sostengono il progetto di San Siro, che prevede la costruzione di un impianto da 71.500 posti per un costo di 1,25 miliardi di euro, insieme alla rifunzionalizzazione del Meazza e alla riqualificazione dell’area circostante. Tuttavia, la burocrazia, le inchieste e i comitati locali continuano a rappresentare ostacoli significativi.

Mentre il derby sul campo premia i nerazzurri, quello finanziario si gioca su strategie opposte: il Milan punta su una gestione sostenibile e su investimenti legati a sport, media e intrattenimento, mentre l’Inter cerca di stabilizzare i conti prima di una possibile cessione. Una cosa è certa: il futuro delle due squadre non dipenderà solo dai risultati sportivi, ma anche dalle mosse dei loro proprietari a stelle e strisce.

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