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Quarant'anni di calcio per Mauro Tassotti, con una grande fetta di rossonero. Anni in cui ha imparato a conoscere tantissimi protagonisti di questo sport. Quando ci sono alcuni incroci, però, sono speciali. Quando c'è di mezzo un'amicizia o uno spogliatoio condiviso per tante stagioni... Come stasera, quando in finale di Coppa Italia si affronteranno Juventus e Milan e, dunque, Massimiliano Allegri e Gennaro Gattuso. Rino è stato allenato da Tassotti per quasi tutto il periodo rossonero; di Max è stato il vice per le tre stagioni e mezzo al Milan del livornese. In entrambi i casi, tante vittorie e un ottimo rapporto. Oggi Tassotti lavora come vice di un'altra conoscenza rossonera: Andriy Shevchenko, sulla panchina dell'Ucraina. Stasera non sarà a Roma, ma tiferà Milan davanti alla TV. Allegri capirà. Ecco le parole del Tasso a "La Gazzetta dello Sport".
Se indosserà la maglia del Milan come Ancelotti: "No, ma perchè spero di indossarla presto per una coppa più importante".
Ottimista. Anche per il risultato di oggi? "Fatico a sbilanciarmi in un pronostico. Partite secche come questa possono andare in ogni modo. La Juve ha più qualità, ma rispetto a prima i rossoneri si sono avvicinati. Di certo il Milan non parte battuto".
Sul Milan e la necessità di vincere: "Alzare un trofeo per un Milan così nuovo sarebbe un grande punto di partenza".
Su Gattuso che può alzare un trofeo da allenatore: "Ho letto e sentito di tanti che si sono stupiti di averlo visto diventare allenatore. Io non mi stupisco. Lui non è tutto grinta e corsa come la gente lo ricorda, è uno che studia e si prepara".
Cosa l'ha stupito: "La velocità con cui si è impossessato del Milan, nonostante la pessima partenza. È stato bravissimo. Il Milan gioca un buon calcio, e comunque ha una rosa di qualità. Questa squadra, in una stagione dove va tutto bene, è da terzo o quarto posto".
Perchè Gattuso sarà un grande allenatore: "È un ragazzo speciale. Scaltro e svelto di testa, lo è sempre stato. Ha saputo svoltare velocemente, in Svizzera ha fatto pure il giocatore-allenatore. Non ha avuto paura di situazioni oggettivamente complicate, in mezzo a mille difficoltà di tutti i generi. Voleva misurarsi con se stesso. Ha anche ottenuto successi: vincere la C non è facile. È un indizio che dimostra che sa come gestire un gruppo".
Sul rinnovo di contratto: "Sono contento, è un segnale importante anche per i giocatori. Se l'è meritato e mi auguro sia l'allenatore capace di riaprire un ciclo".
Su Gattuso giocatore: "Gestirlo in realtà non era complicato. A volte però era troppo esuberante, strabordava e non era facile tenerlo. È stato difficile accompagnarlo alla fine della carriera. Per chi, come lui, gioca con tutta l'anima, non è facile capire quando bisogna lasciare. Comunque ne ha fatte di tutti i colori, in campo e fuori. A me piace sempre ricordare quella folle corsa da un'area all'altra al 120' della finale di Manchester. Ha pressato tutti. Lì c'è tutto Rino".
La prima differenza tra Gattuso e Allegri: "Se penso a un allenamento diretto da Gattuso immagino di non sentir volare una mosca, invece con Allegri c'è anche spazio per una battuta e una risata. Non significa non faticare. Tra Sacchi e Ancelotti era uguale. Sacchi voleva silenzio assoluto, voleva che i giocatori sentissero i muscoli. Ancelotti era meno intransigente".
Il suo rapporto con Allegri: "Sono stato benissimo con lui e il suo staff. Ci siamo integrati alla perfezione, anche fuori dal campo. Sono stato in imbarazzo quando è stato esonerato e io sono rimasto. Mi sono sentito in colpa, perchè io c'entravo tanto quanto loro".
Il pregio migliore di Allegri: "È molto svelto a leggere le situazioni durante le partite".
Se sta finendo il ciclo di Allegri alla Juve: "Lo leggo spesso e quando le cose ricorrono spesso significa che un fondo di verità c'è. Per me potrebbe andare avanti".
Gli anni più belli con Gattuso e Allegri: "Con Rino il 2002/03, stagione della Champions e della Coppa Italia. Con Max ovviamente lo Scudetto 2010/11".
Il primo augurio che gli viene in mente per entrambi: "Auguro a Gattuso di riuscire a fare ciò che ha fatto Allegri. È complicato, ma per me è un fratello e non ci può essere augurio più bello".
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