Questa partita, Gianluca Zambrotta, non può che sentirla molto sua. Ha vestito sia la maglia della Juventus che quella del Milan e con entrambe a sollevato la Supercoppa Italiana. Lo ha alzato a New York nel 2003 e a Pechino nel 2011. C'era proprio Zambrotta quando il Milan vinceva il suo ultimo trofeo fino a oggi. È appena tornato dall'India, dove ha guidato la sua squadra fino ai playoff. Il profumo di calcio italiano è diventato intensissimo. Oggi si gusterà la partita, e di questo ha parlato a "La Gazzetta dello Sport". Ecco cosa ha detto.
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Zambrotta: “Milan o Juve? Non fatemi scegliere…”
Zambrotta, doppio ex della gara di oggi, non sa scegliere tra Juventus e Milan, tappe fondamentali della sua carriera. Promossa la linea verde del Milan.
Per chi tiferà: "Sono state le tappe più importanti della mia carriera. Alla Juve sono diventato grande, al Milan mi sono completato. Sono due grandi famiglie che mi hanno regalato emozioni forti e per me sarebbe un po' difficile sceglierne una..."
Chi vince: "Immagino una partita bella, aperta, può finire in qualsiasi modo"
Su chi potrebbe deciderla: "Higuain e Buffon nel caso in cui vinca la Juventus, Donnarumma e Bonaventura se avrà la meglio il Milan. Jack può sparigliare le carte".
Sugli attaccanti più pericolosi: "Da una parte Higuain, inventa gol pazzeschi. Dall'altra Suso, sta facendo molto bene e può dare fastidio".
Su Montella: "È l'uomo in più del Milan. Sta facendo un ottimo lavoro all'interno di un progetto importante e non è un lavoro facile".
Su Allegri: "Sono contento per quello che ha fatto e ottenuto. La sua Juve è migliorata molto anche in Europa, si è rinforzata e ha ottime chance di arrivare in fondo in Champions".
Sul crollo del Milan e la risalita della Juve: "Che la Juve stesse per tornare grande era intuibile, molto difficile pensare che il Milan avrebbe incontrato tutte queste difficoltà".
Sull'addio simultaneo della vecchia guarda al Milan: "È stato un problema, perché sono mancati tutti i punti di riferimento. Ora il progetto giovani è bellissimo. Per portarlo avanti, però, serve tempo, ma soprattutto qualche guida che li faccia crescere".
Sulla cessione del club: "Un Milan senza Berlusconi e Galliani non mi sembrerebbe nemmeno il Milan. Mi dispiace molto, ma purtroppo occorre far fronte alle esigenze economiche".
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