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Ziliani: “Milan, Ibrahimovic è la peggior cosa che ti potesse capitare”

Zlatan Ibrahimovic RedBird AC Milan
Paolo Ziliani, ex calciatore ed oggi giornalista, ha redatto un lungo articolo incentrato sull'ex attaccante del Milan Zlatan Ibrahimovic
Fabio Barera Redattore 

Paolo Ziliani, giornalista, ex Guerin Sportivo, ex Giorno, ex Mediaset, oggi Fatto Quotidiano e Substack, ha espresso un proprio commento in un post pubblicato sul suo profilo 'X', in merito all'ex attaccante del Milan, Zlatan Ibrahimovic, riprendendo l'articolo odierno di Enrico Currò su 'la Repubblica'. Ecco, dunque, le sue parole.

Milan, Ziliani: "Ibrahimovic potrebbe avere le ore contate"

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"L'avevo scritto un mese fa, oggi Repubblica lo conferma: la gag omofoba sui social non è piaciuta, Ibra al Milan potrebbe avere le ore contate. L'indegna baracconata messa in piedi con lo youtuber IShowSpeed aveva dimostrato la totale inadeguatezza di Zlatan al nuovo ruolo di dirigente. Coperto e perdonato dai media servili e ossequiosi, sono poi arrivate le ultime "licenze", con la squadra lasciata a se stessa in un momento difficilissimo. E al Milan stanno finalmente capendo che Ibra non è Dio, è una calamità".


"L'articolo di Currò mi ha restituito il buon umore"

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"È passato un mese (per l’esattezza un mese e due giorni) dall’indecoroso e squallido episodio che aveva visto Zlatan Ibrahimovic, plenipotenziario di Gerry Cardinale al Milan, protagonista su YouTube di un’indegna gag a sfondo omofobo in compagnia di un demente, IShowSpeed, divenuto famoso sui social grazie a scemenze di questa risma sfornate in serie. E siccome ero stato il solo (era il 10 luglio scorso) a denunciare la gravità e l’intollerabilità del comportamento del 42enne ex calciatore svedese, oggi dirigente, e a chiedere che il Milan lo mettesse al più presto nelle condizioni di non nuocere non essendo in grado, Ibra, di rendersi conto del peso e delle conseguenze delle sue azioni, leggere oggi che Repubblica, a firma Enrico Currò (ottimo collega che stimo), torna sull’argomento con un pezzo intitolato: “Ibrahimovic e Milan in crisi tra gaffe, vendette e assenze”, mi ha restituito un po’ di buon umore".

"Perchè l’unico intervento di un giornale importante sul tema, giunto oltretutto con 48 ore di ritardo rispetto all’incidente e palesemente concordato tra giornale e A.C. Milan, era stato al tempo quello del Corriere della Sera che aveva penosamente provato ad assolvere il neo dirigente parlando di “un gioco di cattivo gusto in cui Zlatan si è trovato coinvolto”, manco lo svedese fosse un bamboccio ingenuo e sprovveduto alla mercé di ogni bullo che gli capiti a tiro. L’ossequio e la riverenza dei media italioti verso i padroni del vapore non sono certo una novità. Ma la cortina di silenzio che aveva avvolto la riprovevole gag di Ibrahimovic era davvero, a sua volta, uno scandalo nello scandalo".

Ziliani: "La posizione di Ibrahimovic al Milan sembra meno salda"

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"Ebbene, sia pure a distanza di un mese dall’accaduto (come diceva il maestro Alberto Manzi buonanima: non è mai troppo tardi), scrive oggi Enrico Currò su Repubblica: “Chi di social ferisce di social perisce. E Zlatan Ibrahimovic, disinvolto nell’uso dei social media, è inciampato in una disavventura mediatica per nulla apprezzata dalla dirigenza americana del Milan. Il suo recente video con lo youtuber statunitense IShowSpeed, incentrato su un’infelice gag omofoba, avrebbe indispettito molto sia l’entourage di Gerry Cardinale, titolare della società RedBird e azionista di controllo del club rossonero, sia i vertici di Elliott, il fondo della famiglia Singer che ha ceduto nell’agosto 2022 il controllo del Milan a RedBird anche attraverso un maxiprestito da 560 milioni di euro".

"Così ora, 9 mesi dopo la sua virtuale investitura a dirigente sportivo plenipotenziario, sembra meno salda la posizione dell’ex campione svedese, che non figura nell’organigramma del club. Al di là della fumosa etichetta di senior advisor di Cardinale e delle voci smentite su un ingaggio da 3 milioni l’anno, di fatto Ibra è partner dell’imprenditore americano e suo superconsulente di mercato, con un imprecisato “cambio merci” come contropartita. Ma se a inizio stagione nessuno dubitava dei suoi poteri nell’assetto “collegiale” con l’ad Furlani e col dt Moncada, ora la sua teorica posizione di forza vacilla pericolosamente, e non solo per colpa del famigerato video: nella sede del Portello e a Milanello si eccepisce parecchio sui suoi comportamenti".

Ziliani: "Ibrahimovic infantile e ridicolo, il Milan chieda scusa a Maldini"

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"Se quel che Repubblica dice corrisponde al vero, uno spiraglio di luce sta per arrivare a squarciare il cielo plumbeo che grava sul club rossonero da quando un monumento (Maldini) è stato rimosso e sostituito con un fantoccio (Ibra) con una mossa sportivamente e moralmente criminale. Se Ibrahimovic - e il suo grottesco personaggio da supereroe Marvel mal riuscito - venisse messo alla porta, il vero tifoso Milan sarebbe autorizzato a festeggiare l’avvenimento. E a ubriacarsi come se non ci fosse un domani anche in caso di vittoria del Venezia a San Siro per 2-0".

"Ibrahimovic dirigente è infatti la peggior cosa che potesse capitare al secondo club più titolato del mondo dopo il Real Madrid. Un personaggio innamorato solo di se stesso, infantile, ridicolo già quando faceva le sue spacconate da calciatore. Ma almeno lì aveva le mutande: oggi è in giacca e cravatta e continuare a giocare a essere Dio è diventato penoso. Come si dice in questi casi: se lo conosci lo eviti. Speriamo che al Milan, sia pure in colpevole e imperdonabile ritardo, qualcuno se ne sia reso conto. Dopodiché, in un mondo ideale, dovrebbe partire una telefonata di scuse a Paolo Maldini. E non solo di scuse".  LEGGI ANCHE: Milan, la coperta è corta. Col Venezia c’è da fare solo una cosa: vincere

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