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Ziliani: “I Milan di Sacchi e Capello come i Napoli di Spalletti e Conte? Sì perché …”

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Paolo Ziliani, noto giornalista, ha paragonato il Milan dei tempi di Arrigo Sacchi e Fabio Capello al Napoli degli ultimi anni
Fabio Barera Redattore 

Paolo Ziliani, noto giornalista, ha espresso un commento nel consueto appuntamento con la rubrica 'Palla Avvelenata', facendo un paragone tra il Milan di Arrigo Sacchi e Fabio Capello con il Napoli di Luciano Spalletti ed Antonio Conte. Ecco, dunque, le sue parole.

Milan, Ziliani la spara grossa: fa discutere il paragone tra Sacchi-Ancelotti e il Napoli

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"Gli appassionati di calcio più giovani non possono saperlo e i meno giovani forse non lo ricordano nemmeno. Ma quando agli inizi degli anni 90 Arrigo Sacchi chiuse il suo quadriennio d’oro sulla panchina del Milan che aveva portato in cima al mondo (e non è un modo di dire) e Berlusconi decise di affidare la squadra a Fabio Capello, successe che il Milan, un anno, vinse lo scudetto segnando sapete quanti gol? Tenetevi forte: 36. Il che significa che essendo il campionato di allora a 18 squadre e giocandosi su 34 giornate, il Milan conquistò il titolo segnando una media di 1.05 gol a partita. Avete capito bene: uno virgola zero cinque".


"Correva l’anno, anzi, la stagione 1993-94 e il Milan di Capello, non proprio la fotocopia del Milan di Sacchi, vinse nove partite per 1-0, cinque per 2-1, per otto volte pareggiò 0-0 e senza mai mandare i suoi tifosi in deliquio fece comunque il suo dovere. Conquistò lo scudetto con 3 punti di vantaggio sulla Juventus (che di gol ne aveva segnati 58) e palla al centro. Alla fine, inutile dirlo, con grande gioia di tutti i suoi tifosi. Per completezza di discorso. A partire dal 1991-92, stagione del passaggio di testimone tra Sacchi e Capello, il Milan vinse 4 campionati su 5. Senza mai lasciare a bocca aperta i suoi tifosi come accadeva al Milan di Sacchi, ma mostrandosi “diversamente superiore”. I nostalgici di Arrigo storcevano forse un po’ la bocca, ma tutto finiva lì".

"Il Milan di quel tempo traboccava di fuoriclasse, ma ..."

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"Direte: che ci azzeccano Sacchi e Capello col campionato cui stiamo assistendo? C’entrano. Perchè, fatte le debite proporzioni (quel Milan traboccava di campioni e di fuoriclasse che oggi, non solo al Milan, sono merce rara), il Milan di Capello stava al Milan di Sacchi come oggi il Napoli di Conte sta al Napoli di Spalletti. Concreti, pragmatici e senza fronzoli i primi, emozionanti, spettacolari e luccicanti i secondi. Fuor di metafora: giocando una partita accorta, tattica e di massima applicazione, il Napoli è uscito ieri da San Siro con 1 punto pesantissimo. Un punto strappato all’Inter che ha comandato il gioco e creato di più, un punto che permette a Kvara & company di mantenere il primo posto in solitaria in classifica".

"E come ho già detto, dodici partite di campionato sono poca cosa: ma senza accendere i fuochi d’artificio e senza compiere le mirabilie del Napoli di Spalletti, il Napoli di Conte è andato due volte a San Siro battendo il Milan la prima volta e pareggiando con l’Inter la seconda. È andato in casa della Juventus e anche da Torino se n’è tornato con un pareggio; e anche se è malamente caduto al Maradona contro l’Atalanta, il bilancio generale (delle 12 partite) e quello particolare (delle partite con le 4 grandi) è al momento, per la squadra ex campione d’Italia, più che lusinghiero". LEGGI ANCHE: Milan, ci vogliono undici Reijnders in questa squadra: ecco tutti i motivi

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