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‘Al Milan una congiura anti-Pioli’: ma dove siamo arrivati?

Matteo Ronchetti Direttore responsabile 

Piccola riflessione controcorrente su Stefano Pioli e il suo Milan. Spoiler: questo pezzo piacerà a pochi. Errori, congiure, infortuni e difficoltà tattiche: analizziamo bene le cose

Basta 'tafazzismo', il Milan non ha convinto nelle ultime uscite e molte colpe sono imputabili a Pioli, ma non può essere contestato sempre a prescindere, come se fosse il male di questa squadra. Spoiler: questo pezzo non piacerà a tanti, ma tant'è: ecco una piccola riflessione controcorrente. Sui social (e non solo) spopola il #PioliOut, ormai diventato una moda. Anche dopo la partita con il Napoli, i tifosi se la sono presa con l'allenatore rossonero, reo - secondo molti - di aver sbagliato i cambi. Ma è veramente sempre tutta colpa di Pioli? A questo proposito, vi consiglio di vedere il video qui sotto del nostro Stefano Bressi, che fa una considerazione interessante ricordando quanto successo un anno fa con la Roma. Secondo me, il parallelo ci può stare, secondo voi?

Responsabilità si, congiura no

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Ad ogni modo, è chiaro che Pioli abbia delle responsabilità, che noi abbiamo sempre sottolineato. Qualche scelta tattica in questo inizio di stagione ci ha fatto storcere il naso e pure arrabbiare; abbiamo parlato di una squadra troppo sbilanciata e poco equilibrata; abbiamo evidenziato il problema infortuni e la mancanza di un piano B di gioco: o il Milan va a mille o rischia. Servirebbe maggior personalità, palleggio e maturità nel sapere riconoscere le situazioni e i momenti. Ecco, tutto questo noi l'abbiamo detto e scritto. Ma da qui a dire che la squadra è contro Pioli o è in atto una congiurainterna, anche no, grazie. 'La squadra gli rema contro', si è detto. Ma una squadra che rema contro l'allenatore fa un primo tempo come quello di Napoli? I rossoneri potevano segnare 4 o 5 gol. Dai, siamo seri..

Milan, il bicchiere mezzo pieno

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Due sconfitte e un pari nelle ultime tre partite sono un trend negativo e preoccupante, ma occorre rimanere lucidi e guardare anche al bicchiere mezzo pieno, altrimenti ci trasformiamo tutti in una sorta di Tafazzi 2.0, capace solo di auto-affliggersi e auto-commiserarsi. Il Milan oggi raccolto 22 punti su 30 in campionato ed è -3 dall'Intercapolista. Non è un distacco incolmabile, tanto più se maturato con un calendario orribile, il peggiore possibile e con tanti nuovi acquisti da inserire.

Da qui in avanti, poi, la strada del Milan dovrebbe ammorbidirsi, mentre quella dell'Inter complicarsi: i nerazzurri avranno nelle prossime 6 partite di campionato Atalanta, Frosinone, Juventus, Napoli, Udinese e Lazio. Il Milan troverà Udinese, Lecce, Fiorentina, Frosinone,  Atalanta e Monza. Per l'Inter 4 scontri diretti contro uno soltanto del Milan, più - se vogliamo - il match velenoso con la Viola. Se al termine di questo ciclo di partite o al giro di boa di metà campionato, i rossoneri saranno ancora indietro o avranno perso ulteriore terreno, allora sì, sarà giusto preoccuparsi. Ad oggi non c'è ragione.


Infortuni Milan, basta scuse

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L'unica cosa che dovrebbe suscitare preoccupazione (e serie riflessioni), semmai, dovrebbe essere il problema infortuni. Pensare che sia sempre frutto del caso o della sfortuna è da ingenui. Continuare a dire che va tutto bene ed è tutto normale è sciocco, oltre che irrispettoso dell'altrui intelligenza. Non solo dei tifosi, ma anche dei giocatori, che cominceranno a farsi qualche domanda.

19 infortuni, di cui 12 muscolari, sono tantissimi, troppi.  E' inaccettabile. Come mai? Qualcuno ce lo spieghi. Senza voler muovere alcuna caccia alle streghe, però qualche spiegazione andrà pur data. Questione di prevenzione? Di allenamento? Di stile di gioco (eccessivamente votato a strappi e accelerazioni)? Non si sa.

Il primo passo per risolvere i problemi èammettere di averli. Ecco, basta scuse, si esca allo scoperto e si rivedano le cose. Per il bene del Milan, non per mettere in croce nessuno. Perchè è chiaro che il Milan abbia avuto evidenti vantaggi nel giocare in questo modo, con grande intensità e ritmo, ma è altrettanto evidente che avere sempre metà rosa fuori e giocatori mezzi rotti non serve a nessuno. Ed è un circolo vizioso: più infortuni, meno giocatori disponibili, meno intensità, meno gioco, meno risultati. L'equazione va interrotta. Ecco, concentriamoci su questo. Il resto, tra congiure e Pioli Out, lasciamolo fuori dalla porta. E' rumore di fondo. 


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