Il Milan cade a Bergamo e mette a rischio la corsa alla Champions League. Fonseca e il mercato: qual è il peccato originale?
La differenza fra Milan e Atalanta
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Partiamo subito forte. Il Milan cade a Bergamo sotto i colpi di Lookman e dell'ex De Ketelaere. Il gol firmato da Alvaro Morata è stata solo una dolce illusione prima della totale noia del secondo tempo. Difatti, la partita del Milan dura solo 45'. Nella seconda frazione di gioco, la squadra di Fonseca entra in campo ma non attacca: zero tiri in porta, zero calci d'angolo e 210 passaggi dei quali solo 25 nell'ultimo terzo di campo. Inoltre, si sono visti degli atteggiamenti (perdite di tempo e proteste inutili) che, per storia, sono ben lontani dalla filosofia rossonera.
Ha dunque pienamente ragione Gianpiero Gasperini quando, nel post match, spiega che la sua Atalanta vince perché gioca per vincere. Può sembra un'ovvietà, ma si tratta di una concezione che il Milan in questo momento non comprende. I rossoneri si trovano attualmente al settimo posto in classifica, rischiando di retrocedere all'ottavo qualora il Bologna vincesse il suo match contro la Juventus. A Bergamo ci aspettavamo una squadra arrembante, carica, piena di intraprendenza e invece abbiamo visto una formazione che giocava per ottenere un punto. Inaccettabile, proprio come nella sfida di San Siro contro i bianconeri di Thiago Motta. Con un atteggiamento simile come si può anche solo pensare di rientrare nella corsa alla Champions League?
Una disgrazia arbitrale
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Fonseca, poi, ha giustamente parlato dell'arbitro, autore di una direzione alquanto discutibile. Siamo d'accordo sulle critiche relative al primo gol dei bergamaschi, di De Ketelaere, poiché il fallo ai danni di Theo Hernandez sembrava talmente chiaro da attenderci una naturale revisione al Var. Tuttavia così non è stato ed ecco che il Milan si ritrova subito a dover eguagliare una rete. Le polemiche proseguono, poiché l'arbitro non appariva molto propenso ad ammonire. Pasalic affonda sul polpaccio di Pulisic, costretto poi a uscire, ma del cartellino neanche l'ombra. Loftus-Cheek viene bloccato da due uomini contemporaneamente, ma al cartellino non ci pensiamo neanche. De Roon affonda su Leao, ma è tutto buono, si continua a giocare.
Il mercato è il peccato originale
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Quale sarà, dunque, la conseguenza di questa sconfitta, la quarta del campionato, e dell'ennesima prestazione insufficiente? Nessuna. Il Milan continuerà con Fonseca, proseguendo nella, ormai ben nota, politica del risparmio. C'è da capire, però, se questa condizione influenzerà anche il mercato invernale che, fra poco meno di un mese, aprirà i battenti. Parliamo di un'evidenza chiara e indiscutibile: il Milan ha bisogno di rinforzarsi. Mentre da una parte facevano la loro entrata in campo Samardzic, Kossonou, Retegui, Brescianini e Scalvini, dall'altra c'erano Abraham, Loftus-Cheek e Chukwueze. Visto il risultato finale, deduciamo che non sono proprio la stessa cosa.