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Dopo quanto avvenuto nelle scorse settimane con il rinvio di Bologna-Milan, la Curva rossoblù nella giornata odierna ha deciso di contestare il presidente rossonero Paolo Scaroni. Quest'ultimo, infatti, dopo la decisione di recuperare a data da destinarsi il match del Renato Dall'Ara, aveva detto di essere furioso.
"Io sono furioso. Il sindaco di Bologna ha preso una decisione incomprensibile e immotivata. Non tanto per la chiusura dello stadio in presenza di un'alluvione. Ma per averci impedito la partita a porte chiuse. Incomprensibile sotto tutti i punti di vista, soprattutto visti gli altri eventi a Bologna, quindi anche iniqua. Può decidere ciò che vuole e siamo rispettosi nel nostro stile nei confronti di un'istituzione. Non possiamo prenderla sotto gamba. Però è stata iniqua, ci ha fatto un danno. Possiamo mettere in discussione l'ordinanza sindacale e questa decisione la stiamo guardando da tutti i punti di vista. Ci ha creato danno e non restiamo inerti. Però il danno c'è e non possiamo fare niente. Però è qualcosa che mi ha reso furioso. Siamo tutti furiosi qui. Torto grave. In tutto questo la Lega ha telefonato più volte al sindaco, con me presente, chiedendo di giocare a porte chiuse, ma sempre un diniego, per me incomprensibile".
Parole che evidentemente non sono proprio piaciute alla Curva del Bologna, che durante il match contro il Lecce hanno esposto uno striscione che parla da solo: "Scaroni e Lega Serie A, fate cag**e, questa è la realtà".
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