CAGLIARI-MILAN

Milan, Camarda non brillante: sì, ma non bisogna commettere questo errore

Fabio Barera Redattore 
Francesco Camarda non è stato del tutto brillante in occasione di Cagliari-Milan: ma non bisogna commettere questo errore con il classe 2008

Quella di Cagliari-Milan è una di quelle notti che Francesco Camarda non si dimenticherà mai. Il suo esordio in Serie A lo aveva fatto già nella scorsa stagione, sotto la guida di Stefano Pioli, contro la Fiorentina e quello in Champions League, con tanto di gol annullato, è avvenuto contro il Bruges qualche settimana fa. Mai, però, era sceso in campo da titolare, a sorreggere sulle proprie spalle il peso di un attacco come quello rossonero. Non poteva esserci scenario migliore, lontano da quel 'San Siro' che spesso è molto esigente e poco paziente.

Cagliari-Milan, Camarda è un patrimonio: ma c'è un grande errore che deve essere evitato

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La prestazione di Francesco Camarda, ad essere onesti, non è stata brillantissima seppure comunque gli abbia garantito ampiamente la sufficienza. Spesso lo si è visto fare quello che solitamente spetta ad Alvaro Morata, abbassandosi anche a centrocampo per legare il gioco, ma a livello offensivo si è limitato ad un colpo di testa bloccato sulla linea da Alen Sherri. Non gli si chiedeva tanto di più, anche perché è davvero molto giovane e sappiamo come, per i giocatori di movimento, sia sempre più difficile lasciare il segno rispetto magari ad un portiere che fa il suo esordio in giovane età.

Proprio per tutti questi motivi non bisogna commettere l'errore di caricare Francesco Camarda di pressioni eccessive. Non è giusto criticarlo, non è giusto valutare la sua prestazione contro il Cagliari totalmente negativa perché è ancora un ragazzo di 16 anni. E dargli responsabilità che ancora non può sostenere è sbagliato ed affrettato. Così come ora sarebbe ingiusto schierarlo in campo tutte le partite, che sia da titolare o da subentrato, per farlo sbloccare. Il ragazzo non deve togliersi nessun etichetta negativa, non va forzato e non va spinto oltre i suoi limiti. Altrimenti il rischio, per lui e per la squadra, è che vada a finire come tanti altri. E quando hai un patrimonio tanto prezioso non puoi permetterti tutto ciò. LEGGI ANCHE: Milan, ci vogliono undici Reijnders in questa squadra: ecco tutti i motivi