Il giorno dopo, però, il difensore dell'Inter ha negato tutto, costringendo Juan Jesus ad uno "smascheramento social", rivelando a tutti le parole dette proprio da Acerbi. Allora parte la sentenza, le possibili sanzioni, l'esclusione dal ritiro di Spalletti e le chiacchiere (quelle non mancano mai) sui chi ha ragione e chi ha torto.
Lo stile italiano
—Attraverso un perfetto stile tutto italiano, il problema è stato affrontato in modo molto superficiale. Si è preferito nascondere il marcio sotto il tappeto, andando così ad annullare il tanto pubblicizzato, ma forse non sostenuto davvero, slogan del "Keep Racism Out". Qui non parliamo di Acerbi perché giocatore dell'Inter, vogliamo essere chiari evitando fazioni e giudizi a priori, ma di un movimento che continua ad inciampare. Per Acerbi non vi sarà alcuna squalifica: dunque si è passato dalle ben 10 giornate al nulla cosmico. Non sarebbe stata riscontrata alcuna "prova", ma dalle televisioni il labiale è ben chiaro e le proteste di Juan Jesus, con annesso post social in cui spiega il tutto, non sembrano avere alcuna valenza giudiziaria.
Non può esistere che, nel 2024 e nel calcio in generale, le parole dette da Acerbi non abbiano "intento discriminatorio", così come non è possibile che quello fosse "un insulto come un altro". Il calcio italiano si macchia ancora e, per chi fosse scettico, la mancata, e giusta, sentenza pesa tanto quanto la mancata qualificazione ad un Mondiale. LEGGI ANCHE: Milan, chi è Wes Beuvink? Ecco il nuovo osservatore rossonero: i dettagli >>>
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