Dida, all'anagrafe Nelson de Jesus Silva, inizia la sua carriera calcistica in patria, prima al Vitória e poi al Cruzeiro, dove conquista diversi titoli, tra cui la prestigiosa Coppa Libertadores. La sua svolta arriva nel 2000, quando il Milan lo preleva. Nonostante un inizio difficile e un prestito poco fortunato al Lugano, la sua carriera decolla al Corinthians, dove si fa notare per la sua abilità nel parare rigori, vincendo anche il primo Mondiale per Club.
Il debutto al Milan non è semplice: tra incertezze e qualche errore, Dida vive momenti difficili, culminati in un'infausta partita contro il Leeds. Tuttavia, la sua determinazione non si spegne. L'infortunio del titolare Abbiati gli offre una chance di riscatto, e Dida si fa trovare pronto, diventando il portiere titolare.
La vera consacrazione arriva nella finale di Champions League del 2003 contro la Juventus. Con una prestazione superlativa, Dida para tre rigori, portando il Milan sul tetto d’Europa. È una notte storica che segna l'inizio di un'era di successi, con Dida che diventa uno dei portieri più forti al mondo.
Nel corso degli anni, Dida ha collezionato trofei in abbondanza, tra cui due Champions League e uno Scudetto, ma la sua carriera non è stata priva di alti e bassi. Episodi controversi e infortuni hanno caratterizzato i suoi ultimi anni a Milano, ma il suo impatto rimane assolutamente indelebile.
Con 302 partite e 8 trofei nel suo palmares, Dida si è affermato come uno dei migliori portieri della storia rossonera. È il simbolo di una scuola, quella brasiliana, che ha saputo dimostrare il suo valore anche tra i pali. Il suo viaggio, iniziato con incertezze e ostacoli, si è trasformato in una leggenda che continuerà a ispirare futuri portieri e tifosi. La sua storia è un esempio di come la perseveranza e il talento possano superare qualsiasi ostacolo, portando alla gloria. LEGGI ANCHE: Milan, Pulisic l'unica certezza. In attacco manca tutto il resto
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