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Conceicao ha già sfatato un tabù al Milan, ma ora serve l’impresa

Sergio Conceicao AC Milan Como-Milan 1-2 Serie A 2024-2025
Gli allenatori stranieri non hanno mai raccolto molto al Milan, al contrario di quelli italiani. Sergio Conceicao ha cominciato sfatando un tabù importante. Ora, però, gli serve fare l'impresa: centrare il quarto posto
Redazione

Conceicao, sfatato un tabù: il primo tecnico straniero a vincere un trofeo con il Milan dal 1979

Con la vittoria della Supercoppa Italiana in finale contro l’Inter, Sergio Conceicao ha inaugurato al meglio la propria avventura sulla panchina del Milan. L’ex allenatore del Porto ha permesso ai rossoneri di mettere nuovamente in bacheca la Supercoppa che mancava dal 2016. Il tecnico portoghese, inoltre, è riuscito a sfatare un tabù che durava da ben 45 anni: era dal 1979 che il Milan non conquistava un trofeo con alla guida un allenatore straniero.

Il successo di Riad rappresenta certamente un buon punto di partenza per il prosieguo di stagione, sebbene le prime uscite in campionato (il pari interno con il Cagliari e la vittoria in rimonta a Como) hanno lasciato intravedere vecchi problemi ancora insoluti. L’obiettivo, in campionato, resta quello di provare ad agguantare il 4° posto, superando la concorrenza di Juventus e Lazio.


Gli allenatori stranieri del Milan da Tabarez a Fonseca

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L’ultimo allenatore straniero ‘vincente’, in ordine di tempo, era stato Niels Liedholm, artefice dello scudetto della ‘stella’ - il decimo della storia rossonera - conquistato al termine della stagione 1978/79. Da allora, il Milan raramente si è affidato ad allenatori stranieri, e per di più con scarsi risultati. Lo stesso Liedholm, richiamato tra il 1984 e il 1987, non raccolse particolari successi; quasi dieci anni dopo, fu la volta di Oscar Tabarez, dimissionario nell’inverno del 1996 dopo sole 11 giornate di campionato (4 vittorie, 4 sconfitte e 3 pareggi).

Durò ancor meno la parentesi targata Fatih Terim, esonerato a inizio novembre del 2001 dopo il ko contro il Torino. Al suo posto venne ingaggiato Carlo Ancelotti, poi sostituito nel 2009 da Leonardo, alla prima esperienza da allenatore. Il Milan concluse il campionato al terzo posto, e fu eliminato dalla Champions League agli ottavi di finale contro il Manchester United (sconfitta sia all’andata che al ritorno).

Non particolarmente memorabile neanche la parentesi da allenatore di un altro ex rossonero come Clarence Seedorf, subentrato ad Allegri nel 2014. L’olandese riuscì a raccogliere 11 vittorie e 2 pareggi in 19 giornate, concludendo la stagione con un anonimo 8° posto in classifica. Due anni più tardi toccò a Sinisa Mihajlovic sedere sulla panchina del Diavolo, anche in tal caso senza troppa fortuna; il tecnico serbo venne esonerato dopo 32 giornate (13 vittorie e 10 pareggi) ma ebbe comunque il merito di far esordire Gianluigi Donnarumma in prima squadra. Paulo Fonseca, l’ultimo tecnico straniero del Milan prima di Conceicao, ha lasciato in eredità un ruolino di marcia piuttosto anonimo (7 vittorie e 6 pareggi in 17 partite di campionato) ma con all’attivo i successi nel derby e in casa del Real Madrid.

Stranieri di successo sulla panchina del Diavolo

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Non mancano, al contempo, gli esempi di tecnici stranieri in grado di portare a casa almeno un trofeo alla guida del Milan; se si escludono il fondatore Herbert Kilpin (protagonista a inizio Novecento nella doppia veste di giocatore e allenatore) e il già citato Liedholm, bisogna tornare agli anni Cinquanta, quando la panchina rossonera era spesso affidata a coach stranieri.

Il più vincente è stato Lajos Czeizler, che nella stagione 1950/51 conquistò lo scudetto e la Coppa Latina; quattro anni dopo, Ettore Puricelli (uruguaiano naturalizzato italiano) subentrò a Bela Guttman e guidò il Milan alla conquista del quinto scudetto della storia rossonera. La stagione seguente, confermato in panchina, Puricelli sfiorò il bis in campionato (2° posto alle spalle della Fiorentina), raggiunse la semifinale di Coppa dei Campioni e si aggiudicò la Coppa Latina.

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