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L'esultanza di Franck Kessié dopo un gol (acmilan.com)
di Valerio Paini
Buona partita quella del Milan di Gennaro Gattuso che è riuscito a imporsi, finalmente in trasferta, a Cagliari contro una squadra tosta, seppur tecnicamente inferiore. A emergere, nel 1-2 finale, c'è stato Franck Kessié, vero mattatore e protagonista di giornata, che con la sua doppietta ha rimontato il gol iniziale di Nicolò Barella. Quella dell'ivoriano non è stata una prestazione da ricordare solo per la prima doppietta in rossonero, la sua gara ha messo in mostra tutte le sue doti oltre che le sue immense potenzialità.
Per uno come lui, così straripante sul piano fisico, aver ritrovato un'adeguata condizione è stato il presupposto necessario per riproporsi come una delle mezzali più interessanti e determinanti del campionato. E così, oltre all'infallibilità dal dischetto (3 rigori su 3 trasformati in stagione e 5 su 5 in Serie A in carriera) e al contributo sotto porta, Kessié si è distinto per la sua onnipresenza in ogni fase di gioco: difensivamente sempre equilibrato, con la sua fisicità ha percorso in lungo e in largo tutto il campo riuscendo a contrastare e recuperare molti palloni, inoltre è la prima arma quando il Milan decide di portare pressione sui portatori di palla avversari, arrivando, come è successo anche ieri, fino ai difensori centrali; la fase offensiva è totalmente dipendente da lui sia quando costruisce l'azione con raziocinio, nel triangolo di destra insieme ai colleghi Suso e Calabria, sia nelle transizioni positive dove è inarrestabile quando ha la palla tra i piedi oppure si propone sempre come primo supporto ai tre attaccanti, sia quando la squadra è in difficoltà e sfrutta la sua fisicità per risalire il campo e tenere palla.
Insomma, il suo apporto è più che determinante e in rosa non ci sono sostituti che possano minimamente avvicinare il suo livello e, soprattutto, le sue caratteristiche. E se Gattuso lo definisce migliore di lui, Kessié invece non osa nemmeno paragonarsi al suo allenatore e anzi fa trasparire, nelle sue dichiarazioni, l'umiltà, la forza e il carattere di quello che potrà essere un futuro campione e leader dei rossoneri: “Abbiamo bisogno di vincere per rialzarci in classifica. Abbiamo iniziato male il campionato, ma ora vogliamo rialzarci. È cambiato tanto, anche per tutti i miei compagni. C’è un grande rapporto con Gattuso, ma lui era un campione. Devo ancora crescere molto. Siamo ancora un po’ arrabbiati, non abbiamo fatto ancora niente fin qui”.
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